La locuzione latina  “errare  humanum est, perseverare autem diabolicum’’  tradotta letteralmente significa “commettere errori è umano, ma perseverare (nell’errore) è diabolico”.

Cosa ha in comune questa locuzione, attribuita a Seneca il Vecchio, (o forse a Sant’Agostino)  con il Palermo?  Forse nulla, forse troppo.

A giudicar dalla classifica, con una partita in meno, non si potrebbe dire che il Palermo abbia commesso ‘’errori’’. Eccezion fatta per Brescia, capitolo deciso da episodi sfortunati che hanno compromesso l’aspetto psichico.

Eppure l’opinione pubblica non è d’accordo:  volgendo lo sguardo al campo,  le prestazioni continuano ad essere insufficienti, la manovra di costruzione è ancora assente, o quasi. Le idee sui moduli, sui ‘’titolarissimi’’ sono ancora confuse, se non assenti.

Dopo più di un mese di Serie B, forse per le troppe vicissitudini (societarie e giudiziarie),  forse per gli stravolgimenti che hanno accompagnato il mercato, la preparazione e queste prime giornate. La squadra non è ancora rodata.

Poi un gol all’86 che porta tre punti importanti e tutto si ripone in secondo piano (Cfr Palermo-Crotone)..

Arduo il lavoro del tecnico romano nelle prossime settimane, quando bisognerà affrontare, come da lui stesso dichiarato in conferenza, il ‘’tour de force’’. Tante partite decisive in pochi giorni. Tanta fiducia da acquisire che ancora stenta a instaurarsi. Quello che serve ai rosanero è senz’altro un continuum di vittorie che possano finalmente confermare che la rosa, come molti sostengono, quest’anno è forte. Forse più dello scorso anno. Che le rivali sono poche, o forse, potrebbero anche non esserci.

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