Il calcio è uno sport bellissimo, ma attorno gira tantissimo fango: se vinci sei bellissimo e bravissimo, se perdi devi andare a casa. La mentalità dei tifosi, a volte limitata solo ai risultati, è sempre dietro l’angolo. Non va bene un calcio così, in cui per una settimana sei perfetto e tutto funziona e nell’altra invece bisogna cambiare praticamente tutto. In una piazza come Palermo poi, nella quale le pretese sono altissime (come è giusto che sia) questo brutto difetto schizza alle stelle, tanto che un risultato poi è capace di influenzare troppo i giudizi della gente.

Ma cosa è cambiato da quella trasferta di Castellamare in cui il Palermo vinse 1-2 e tutti avevano il sorriso tra i denti? Assolutamente nulla, visto che da quel momento le prestazioni dei rosanero sono state sempre di livello. Anche oggi, checchè se ne dica, la squadra di Boscaglia ha messo in vetrina il suo calcio: arrembante, dominante, offensivo. Questa squadra ha una sua identità ben precisa.

Certo adesso non facciamo credere che tutto vada bene. Se così fosse oggi Pelagotti e compagni non avrebbero preso 3 gol dall’attacco più sterile del campionato e non si sarebbe andati sotto per 2-1 dopo aver trovato il vantaggio. Inutile nascondere la verità. Ma cosa c’entrano il modulo, gli schemi e la tattica? Il problema qui è la testa, capire i momenti della partita: quando gestire, quando difendere, quando attaccare. Oggi non è accettabile che sull’1-0 la squadra rimanga ancora sbilanciata in avanti, non è normale che non ci sia equilibrio. L’equilibrio sposta le partite, letteralmente. E oggi il Palermo non ne ha avuto.

Ma l’equilibrio, si può avere con qualsiasi modulo. Quello che non va è la lettura dei momenti di una gara, che il Palermo comunque caparbiamente è riuscito a non perdere. La colpa certo potrebbe essere dell’allenatore, perchè la squadra la guida lui e nessun altro, ma oggi sarebbe troppo facile attaccare qualcuno. La verità è che i rosa devono migliorare ancora tante cose, soprattutto nella gestione delle gare che poi è fondamentale per acquisire maturità. E a volte, le sfide si vincono più con la testa che con le gambe, così come i campionati.

Oggi brucia di certo ai tifosi aver pareggiato una partita contro un avversario di  molto inferiore ai rosanero, ma questo è il calcio. Anzi, questa è la Serie C. Le ambizioni comunque non cambiano, perchè questa squadra sa perfettamente quello che deve fare in campo e lo fa anche bene. Un pareggio non può cambiare gli obiettivi, così come non lo avrebbe fatto una sonora vittoria, talmente è lungo e tortuoso il percorso. Oggi la parola d’ordine è lavoro, dedizione e soprattutto credere nelle proprie idee. Solo i prossimi risultati ci diranno se il credo calcistico è quello giusto o deve essere cambiato, ma non spettano a noi queste valutazioni.

Il rispetto dei ruoli è fondamentale. Se il Palermo perde a Foggia e poi ancora in casa contro la Casertana, non è un risultato ad andar male, ma un periodo. Allora le cose cambiano, anche da parte nostra. Ma al momento non si può che parlar bene, non tanto per la classifica ancora non equivalente al reale potenziale della squadra, ma per un’identità di squadra trovata, scoperta,  e sulla cui nascita nessuno avrebbe scommesso un euro a inizio stagione.

3 Commenti

  1. La difesa del Palermo è sempre alta, anche quando siamo in vantaggio, quasi sempre i difensori sono uno contro uno con gli avversari. In serie C se passi in vantaggio poi devi chiuderti in difesa e giocare in contropiede.

  2. Boscaglia ieri ha detto che il Palermo ha esaurito i bonus, per cui nessun passo falso contro la Viterbese a suo dire… cosa che puntualmente si è verificata. Quindi di cosa stiamo parlando? Il calcio è fatto esclusivamente di risultati, anche se è vero che la squadra sembra avere una propria fisionomia, ma allo stesso tempo chiari limiti tecnici tattici specie in difesa. I tifosi alla fine delle partite guardano la classifica e osservano che la distanza con le prime è ad oggi difficilmente colmabile. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere…

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