Gianni Ricciardo e il Palermo, un legame indissolubile. L’ormai ex attaccante del Palermo ha parlato della sua esperienza siciliana a Diretta Stadio Giovedì, toccando vari temi: dall’allenatore fino alle sue sensazioni.

TUTTA LA VITA A PALERMO

“Rammarico per non essere restato a Palermo? Assolutamente sì, come ho detto già tante volte sarei restato tutta la vita a Palermo, se fosse stato per me non c’era alcun dubbio. Purtroppo il calcio è così, quindi capisco anche le situazioni che si vengono a creare. Tiferò sempre Palermo”.

“Non avevo intuito niente, aspettavamo tutti. Quando ho sentito la società mi hanno lasciato capire che avevano deciso di puntare su altre persone, non mi hanno dato un ‘no’ secco ma me l’hanno fatto capire”.

IL GRUPPO

“Io sinceramente non ho sentito Sforzini direttamente, non parliamo di queste cose ma ci sentiamo nel gruppo con tutti i ragazzi. La situazione di tutti è un po’ in bilico, non sanno neanche loro cosa li aspetta. La società sicuramente si farà viva per dirgli il loro futuro”.

PROBLEMI COL MISTER

“Problemi con Pergolizzi? Non c’è stata una lita tra noi, solo nel periodo in cui ho avuto l’influenza e ho saltato la partita col Messina e poi qualcosa ho cambiato, perché le due partite successive non ho giocato e questo ha creato ‘qualcosina’ tra di noi, poi però abbiamo chiarito. Non porto rancore, abbiamo un rapporto di rispetto reciproco”.

“Non so perché Pergolizzi non sia stato riconfermato, Sagramola e Castagnini sono persone preparate e in grado di decidere, per quanto riguarda i numeri Pergolizzi ha fatto un ottimo lavoro, ma probabilmente hanno ritenuto che per la C servisse un altro profilo”.

IL RICORDO

“Di Palermo ho tantissimi ricordi belli, quando parlo della città con i miei amici mi brillano gli occhi, dall’inizio fino alla fine mi sono goduto tutto. Il primo gol al Barbera, la notte delle glorie, quando ho messo piede in campo pensavo di stare in Champions, perché il Renzo Barbera ha un’atmosfera particolare. Palermo è l’esperienza più importante in assoluto, anche Cesena lo è stato, ma Palermo lo è stato più di tutti”.

L’ARRIVO A PALERMO

“Un mix di responsabilità e gioia quando sono arrivato a Palermo, quando giochi qui devi per forza vincere. La pressione c’è e la devi gestire, ma anche la gioia di vestire una maglia del genere e giocare 20 mila tifosi è stato qualcosa di incredibile”.

DUELLO COL SAVOIA

“Non ho mai avuto paura, c’è stato un momento in cui abbiamo avuto un calo importante, poi il Savoia ha fatto molto bene, e quando sbagli qualche partita e loro le indovinano tutte diventa difficile. Dopo il pareggio di Castrovillari abbiamo alzato la testa e abbiamo dimostrato che eravamo all’altezza dell’obiettivo”.

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