Altro grandissimo protagonista della serata andata in onda negli studi di 7Gold nella trasmissione “Diretta Stadio Giovedí” è stato Fabio Caserta, attuale tecnico della Juve Stabia. Sappiamo che il suo nome è stato accostato in queste settimane alla panchina del Palermo e ovviamente, i nostri amici in studio, non potevano che chiedere delucidazioni in merito. Nella lunga e bella chiacchierata però, sono stati toccati anche altri argomenti importanti e curiosi. Ecco le sue dichiarazioni:

I primi passi mossi in Sicilia e quel bambino divenato calciatore per caso. Caserta Parla della sua infanzia e del suo primo sport, non dimenticando certamente l’esperienza in rosanero: “A Palermo é stato un anno intenso. Per un calciatore venire qui é sempre importante. Da piccolo giocare a calcio non era quello che desideravo, facevo karaté. Il calcio non è mai stato per me lo sport primario e poi piano piano, anche costretto, mi sono dedicato al calcio. La Sicilia è stata una tappa fondamentale della mia carriera”

L’attuale allenatore della Juve Stabia passa poi ad un accenno al virus: “Non è facile ripartire a fare il calciatore o l’allenatore dopo quello che è successo. Ma adesso bisogna lavorare dal punto di vista mentale e poi fisico”.

Poi l’argomento più caldo, il più atteso. Caserta si o Caserta no sulla panchina del Palermo? “Già il fatto che sono accostato al Palermo vuol dire che sto facendo bene. Palermo è una delle migliori piazze del calcio italiane. La storia non si cancella ed essere accostato ad una piazza del genere fa solo onore. Rispetto però anche Castellammare dove mi trovo molto bene. Chiunque allenerebbe il Palermo ma adesso vi dico che penso alla Juve Stabia e basta, e rispetto quei colori. La società non mi ha contattato, adesso non so se  loro hanno intenzione di prendermi, ma ripeto nessuno mi ha chiamato. Mi chiamano gli amici da Palermo, nessun altro”.

L’ex centrocampista dei rosanero conferma poi i suoi allenatore “modello”: “Gli allenatori che mi hanno dato di più dal punto di vista della foga agonistica é conte, dal punto di vista tattico invece Marino. Conte lo definisco un animale da campo”.

 “Se accetterei anche in questa categoria? Una piazza come Palermo merita di stare in serie A. Un allenatore che viene accostato in una squadra del genere può fare solo piacere e la categoria non conta, in una piazza come Palermo é relativa”

Infine una spiegazione sulla differenza tra la B e la C e un piccolo appunto personale sulla squadra attuale dei siciliani: “Differenze tra la B e la C non ce ne sono molte, ma ci sono giocatori più forti dal punto di vista individuale. La vera differenza poi la fa la serie A. Se vinci in C non serve cambiare tutto per vincere la B, serve fare dei piccoli interventi in più. Qualcuno lo conosco al Palermo, secondo me ha una buona squadra e una buona ossatura. Per vincere bisogna fare sicuramente degli interventi nella rosa”.

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