I divieti non scompariranno ma sarà possibile tornare a svolgere alcune attività. Per la fase 2, come più volte accennato nelle ultime settimane conterà molto l’età delle persone. E dunque, come prevedibile, gli ultimi a poter uscire di casa saranno i cittadini che hanno più di 70 anni, soprattutto quelli con una o due patologie croniche. I dati aggiornati al 13 aprile 2020 infatti dicono che su 18.641 vittime da Covid-19, 13.408 avevano tra i 70 e i 90 anni, di questi 5.874 tra i 70 e gli 80 anni.

”Per loro — dice la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa — dobbiamo prevedere un programma particolare, percorsi che ci consentano di proteggerli dal contagio quando i più giovani ricominceranno a circolare. Però mettendoli anche al riparo dall’afa e dall’isolamento che può avere effetti devastanti a livello psicologico. E dunque un vero e proprio piano di interventi”.

Disponibile una app?

La mappatura della popolazione potrà (e dovrà) essere effettuata con i test sierologici e una applicazione con i dati dei cittadini che consenta di monitorare costantemente i loro spostamenti. L’’ipotesi più probabile è quindi quella di creare una sorta di archivio telematico che sostituisca l’autocertificazione. Una app dove ognuno può registrarsi, che divide i cittadini per fasce d’età con le informazioni necessarie a proteggere chi è maggiormente esposto. Nel comitato tecnico scientifico c’è il professor Roberto Bernabei, specialista di gerontologia.

‘Sarà lui — sottolinea la sottosegretaria Zampa — a doverci aiutare a disegnare la via di uscita per gli anziani. Un aiuto dovrà arrivare anche dai servizi sociali che conoscono le situazioni di rischio. Anche perché con l’arrivo del caldo dovremo prevedere l’assistenza in apposite residenze e sussidi per chi non avrà la possibilità di vivere in condizioni accettabili”.

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