La nuova formula per vincere il campionato si chiama forse 3-4-3, il modulo sperimentato da Rosario Pergolizzi per sopperire ai vuoti lasciati dai due terzini Doda e Vaccaro, il primo infortunato, il secondo squalificato (ne avrà ancora per una giornata). Uno scacchiere, nato per esigenza più che per mera fantasia del tecnico, che sta portando però i suoi frutti.

Sta portando punti, mescolati ad un gioco poco più intenso rispetto alle precedenti giornate. Il 3-4-3 permette alla squadra di avere una distanza più breve tra i reparti e contemporaneamente di saper sia difendere che attaccare, sopratutto sulle fasce così da poter dare più ampiezza alla squadra. Un modulo che dovrebbe portare poi, alla finalizzazione di Nando Sforzini, così come abbiamo visto a Marina di Ragusa, in attesa che torni Ricciardo a fine Febbraio.

A proposito del “gigante” buono Sforzini, ci sembra doveroso spendere due paroline. Stiamo parlando di un giocatore che ha giocato in serie B e anche in serie A con la maglia del Pescara e in campo, senza offendere nessuno, si vede e come. Certo l’età non è più dalla sua parte, ma dopo l’infortunio è assolutamente recuperato (come ha dichiarato lui stesso al termine di Marina di Ragusa-Palermo) e da qui alla fine può dare il suo contributo. Anche contro il Roccella, da subentrato, non ha segnato ma ha fatto quello che gli si chiedeva: far salire la squadra e fornire sponde ai compagni. Nando è perfetto per formare così un attacco variegato, formato da una parte da potenza fisica e presenza e dall’altra, da tecnica e velocità che i vari Floriano, Silipo e Felici garantiscono alla grande.

Ma il segreto vero del Palermo è la difesa. Non stiamo parlando del reparto difensivo vero e proprio, quello composto dal trio Peretti, Lancini e Crivello (utilizzato nelle ultime due giornate) sempre ordinato e talvolta anche fortunato, ma del grande lavoro di “filtro” del centrocampo che spesso viene relegato dietro le quinte dello spettacolo, ma che in realtà svolge una funzione di primo piano nelle geometrie difensive. Se Pergolizzi ha poi a disposizione un uomo come Langella nelle vesti di un “tuttocampista” allora tutto risulta più semplice. Giocatore capace di dare equilibrio e corsa e una mano alla difesa, senza risparmiarsi quando è il caso di creare superiorità numerica in avanti. Un “Matuidi” del caso, con le dovute differenze, per carità.

Gli uomini che non ti aspetti, l’uomo (nel primo caso) arrivato al tramonto della sua carriera per dare una mano e per far rifiatare quel Ricciardo insostituibile di inizio stagione e l’altro, colui che con precisione da cecchino veniva puntualmente messo in campo al posto di Kraja al 63′ del secondo tempo,  possono diventare adesso le armi in più per tirare fuori il Palermo da questa categoria, insieme alla tante certezze e dentro uno scacchiere, che sembra calzare ormai a pennello.

 

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