Discutere delle ragioni che hanno portato il Palermo a non vincere oggi pomeriggio contro il Troina si rivela più complicato di quel che sembra. Più semplicisticamente, si potrebbero addossare le responsabilità del mancato risultato sui rigoristi di giornata, rei di aver sprecato malamente le più ghiotte occasioni dell’incontro. Pergolizzi stesso, e dice bene, ha confermato la tesi: avesse Ricciardo, o Sforzini, trasformato il rigore, staremmo parlando d’altro. Nessun mugugno dagli spalti al triplice fischio, nessuna contestazione via social; ma soltanto tanti applausi per gli sforzi poi ripagati, per il distacco inalterato dal Savoia, per la vittoria in extremis. Tuttavia, la storia di Palermo-Troina ha detto altro ed è poco convincente il discorso del “cosa sarebbe stato se” di fine gara.

Poco convincente, ed incoerente osando pure. In fondo, nessuno aveva mai pronunciato la magica formula del “cosa sarebbe stato se” in altre circostanze di certo più favorevoli: per esempio a Nola, a Biancavilla, a Messina, dove si è vinto pur giocando male, di gran lunga peggio di oggi pomeriggio. E non lo si è detto, poiché inebriati dalla logica del risultato, del “che conta il bel gioco in D? Tanto non esiste” e poiché avrebbe smosso le prime critiche, forse ingiustificate, nei confronti di una squadra all’apparenza ammazza-campionato. Ma lo si sapeva che: il campionato non sarebbe durato 90 minuti o un girone, i nodi sarebbero venuti al pettine prima o poi, la fortuna avrebbe talvolta voltato le spalle.

Difatti, il Palermo sembrerebbe avere alcuni mali “storici”, che sono qualcosa di più di un penalty in bocca al portiere; tra cui alcuni, apparentemente soltanto, piuttosto sciocchi. Uno di questi è la trappola del fuorigioco su cui (tanto per citare il più recidivo) Ricciardo cade una decina di volte in una sola partita. Pergolizzi stesso, e dice meno bene di prima, ha confermato: perché focalizzarsi su un aspetto del genere con giocatori di trenta e passa anni e che conoscono il calcio almeno da venti? Probabilmente, si potrebbe controbattere, perché tende ad annullare diverse potenziali occasioni da gol ed è un difetto che il Palermo si porta dietro da mesi; e che, soprattutto, si manifestava anche quando si vinceva.

Altri invece, i più lampanti, sono spiattellati sulle pareti degli uffici della società: i 4 gol nelle ultime 7 partite, la sola vittoria in casa (contro il Messina) nelle ultime 4, l’inoperosità della società in sede di mercato dilettantistico, una rosa conseguentemente “corta”, …etc. Pertanto, la formuletta non può funzionare ad oggi, né risolverà i problemi che sono adesso emersi ed erano celati dai risultati positivi. Poi, sì, la partita è un susseguirsi di episodi, oggi decisamente sfortunati: effettivamente, se Ricciardo avesse…

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