Arcobasso

Una storia di immagini vissute attraverso le canzoni. È il tema principale del nuovo singolo dell’artista palermitano Martin Arcobasso, “Canzoni che voglio dimenticare”.

Una vita con la musica e per la musica

Martin Arcobasso, cantautore e musicista nato a Palermo, ma cresciuto a Bagheria, ha dedicato gran parte della sua vita alla musica, crescendo con i lavori di Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori e Lucio Dalla. La laurea al Conservatorio in Musica elettronica prima, in Musicologia e Scienze dello Spettacolo poi, gli hanno permesso di partecipare e collaborare sia con il teatro Massimo, sia con l’Orchestra sinfonica siciliana.

Nel 2017 è stato finalista al premio Fabrizio De Andrè e, a due anni di distanza, è stato anche ospite per “Palermo canta De Andrè”, alla presenza di Dori Ghezzi. Sempre nel 2017 ha inciso il suo primo EP di inediti e dal 2020 è impegnato nel “progetto Arcobasso”. Da quest’ultimo ne è venuto fuori un album autoprodotto, anticipato dall’omonimo singolo “Canzoni che voglio dimenticare”. Arcobasso è intervenuto ai microfoni della nostra redazione per parlare del suo nuovo lavoro discografico, frutto del talento artistico giovanile e puro emblema di sicilianità.

Com’è nata la tua passione per la musica? 

“La mia passione per la musica nasce durante l’infanzia, a me piace sempre dire di essere cresciuto a pane latte e De Andrè. Ho cominciato a suonare la mia piccola tastierina elettronica all’età di sette anni e i miei primi concerti sono state le recite scolastiche. Ho coltivato fin da subito la passione per la musica classica e soprattutto per la musica dei grandi cantautori. Mi sono approcciato ad artisti come Bob Dylan e De Gregori, suonando la chitarra da autodidatta per poi immergermi nella scrittura con un’impronta cantautorale”.

Dopo un percorso di maturazione artistica ho deciso di fare un passo avanti, – racconta Arcobasso – mettermi a nudo e proporre al pubblico le mie canzoni creando il progetto Arcobasso. Grazie agli studi intrapresi, ho potuto ampliare lo sguardo sul mondo della musica: prendo infatti ispirazione da tutto, cercando di non soffermarmi ad un solo genere. Le mie influenze artistiche sono legate prevalentemente a cantautori come De Andrè e De Gregori, ma anche ad artisti stranieri quali Bob Dylan e Tom Waits.

Che emozione si prova a raccontare la Sicilia in “Canzoni che voglio dimenticare”?

“Il videoclip del mio brano ci porta all’interno di un “sogno” vissuto attraverso gli occhi, le immagini e la storia di un tempo andato, che ci appartiene e che portiamo dentro. Ma è anche un omaggio alle nostre tradizioni antiche, alla Sicilia e alle persone vere. Trovarsi per caso a rivivere le emozioni di un passato che si unisce al presente in una sorta di viaggio temporale fatto di arte e di persone: un omaggio all’arte che “rivela la vita”. Ciò che risalta nel video è un antico borgo marinaro siciliano inserito in un contesto spazio-temporale non identificato. Al suo interno ci sono personaggi, volti e maestranze che, attraverso un passaggio di testimone, sottolineano l’attaccamento alle radici e alle tradizioni di un tempo”.

Ginevra Gilli, la ragazza protagonista del video – aggiunge Arcobasso –, si trova immersa in un luogo che non ha tempo, circondata da arte e diversi volti. Inizialmente confusa, spaesata e curiosa allo stesso tempo, si affascinerà gradualmente al contesto. La storia è raccontata attraverso immagini e parole che racchiudono l’essenza della canzone stessa. Un passato di storie vissute, di amore e di una buona nostalgia che fa bene al cuore. Il video è stato girato al Museo dell’acciuga di Aspra, un borgo marinaro d’altri tempi realizzato in un set a cielo aperto a due passi da Palermo, che è la mia città e la rappresentazione di ciò che sono”.

Che cosa significa per te parlare di un grande regista come Giuseppe Tornatore nelle tue canzoni?

“Il video del brano è un omaggio all’arte, alla musica, al cinema e in particolare al cinema di Giuseppe Tornatore che alla Sicilia ha sempre regalato capolavori senza tempo. Per la realizzazione sono state utilizzate alcune delle scenografie originali dei suoi film, a cui sono molto legato, in particolare di “Baarìa”. La regia del video è stata affidata a Frank Falletta, io ho scritto il soggetto e la storia”.

Sulla base delle tue esperienze, cosa suggeriresti alle future generazioni di artisti che si affacciano al mondo della musica?

“Il consiglio principale è quello di esprimersi con libertà e di metterci tanta dedizione, dare il massimo e non smettere mai di studiare e migliorarsi, non sentirsi mai arrivati e avere sempre lo stimolo di poter fare meglio. Cercare dei punti di riferimento e da quelli, poi, trarre lo spunto necessario per qualcosa di originale. Il resto è tutto da scoprire”.

“Canzoni che voglio dimenticare” è il preludio ad un nuovo lavoro discografico. Ci saranno altri progetti in futuro?

Sto scrivendo canzoni nuove che faranno parte del prossimo album. Posso anticipare che ci sarà un cambiamento, sarà un album che arriva in una fase più matura della mia carriera e sto valutando nuove sonorità. Attualmente ci dedichiamo alla promozione dell’album e ai concerti da preparare per i nuovi spettacoli”.

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