Sono trascorsi poco più di otto mesi da quel maledetto giorno che ha per sempre cambiato la vita di un quindicenne palermitano. Era il 21 novembre del 2020 quando un incidente ha di fatto trasformato la vita di Ugo Cacace che, così come la sua famiglia, non si è abbattuto ed anzi possiamo paradossalmente dire che oggi è tornato a condurre un’esistenza “normale”.

Tre settimane di terapia intensiva a Villa Sofia prima del trasferimento all’Istituto di Riabilitazione di Montecatone (BO), con mamma sempre accanto e il papà che lo segue dalla lontana Palermo. Grazie all’equipe di infermieri, fisioterapisti e medici, efficienti, professionali e preparati, pur se su una sedia a rotelle riesce a raggiungere la totale autonomia nei movimenti e nelle normali attività quotidiane. In questo lungo periodo di riabilitazione pratica diversi sport come tennis, tennis tavolo, tiro con l’arco, frisbee, piscina e vogatori senza abbattersi mai. Viene istruito e preparato alla guida delle autovetture grazie alla collaborazione dell’Istituto con l’autodromo di Imola. Anche l’istruzione scolastica non viene tralasciata grazie alla presenza di insegnati seri e preparati che lo accompagnano fino al termine del II anno di liceo scientifico.

L’11 giugno Ugo viene dimesso e torna a casa dimostrando ancora una volta di essere un ragazzo molto forte, fisicamente e mentalmente. Non ha mai avuto particolari momenti di sconforto ed è proiettato al futuro in questa sua nuova condizione. E’ sicuramente un ragazzo ben voluto, circondato da tanto affetto e tanti amici. Proprio loro lo hanno accolto con assoluta disinvoltura, anche perché lui gliene ha dato l’occasione non manifestando mai disagio o incertezze per la sua condizione di “diversamente abile”. Continua a uscire con gli amici, a partecipare alle feste e fare tutto ciò che faceva prima.

Ugo è sempre stato un grande appassionato di motori e così durante il periodo di riabilitazione a un suo zio, Carlo Madia, appassionato di kart, viene in mente un’idea: perché non mettere in condizioni Ugo di gareggiare o semplicemente divertirsi anche su di un Kart?

Da quest’idea nasce un’amicizia con Niko Tremolada, ragazzo in carrozzina che ha dedicato la sua vita da disabile alla sua passione: i kart. Tant’è che negli anni è riuscito a mettere su un kartodromo per ragazzi diversamente abili trasferendo la passione per questo sport a una moltitudine di giovani. Niko si rende disponibile a mostrare tutto il lavoro da lui svolto per adattare i kart alla guida dei ragazzi paraplegici e tetraplegici, prendendo particolarmente a cuore la storia di Ugo.

Ma il progetto si deve concretizzare, bisogna far trovare a Ugo un kart. Carlo Madia si impegna in prima battuta consultando meccanici palermitani ai quali sottopone l’iniziativa chiedendo consigli per riuscire ad adattare un kart alla guida di un diversamente abile. Coinvolge amici e zii di Ugo affinché collaborino economicamente a questo piccolo grande progetto. Prende informazioni in ogni dove fino a quando entra in contatto con una grande realtà siciliana: la Lenzokart di Brolo in provincia di Messina. I proprietari, i signori Lenzo, si rendono immediatamente disponibili e sposano la causa di Ugo. Dapprima mettendo a disposizione le proprie competenze, operai e ingegneri per l’adattamento dell’ipotetico kart, infine, prendendosi totalmente carico della sua realizzazione!

Bene, il giorno 6 luglio viene consegnato e regalato a Ugo, tenuto assolutamente all’oscuro di questo progetto e del bel regalo che avevano deciso di fargli, un kart da competizione con tutte le opportune modifiche e i necessari adattamenti alla guida, nuovo fiammante; viene consegnata una tuta da gara omologata che il ragazzo indossa con emozione e stupore. Veste l’equipaggiamento, mette il casco e sale sul kart. Di li a poco sfreccerà sulla pista evidenziando l’assoluta sensazione di libertà, assaporando e sentendo l’adrenalina che scorre dentro, proprio come tutti gli altri, al pari di ogni suo coetaneo.

 

Primo, secondo, terzo giro… e via così. Solo la stanchezza lo ferma, felice e soddisfatto! Sudato ma fiero di se… entusiasta lui, felici e orgogliosi suo zio Carlo e tutta l’equipe della Lenzokart si lasciano con un’idea, promuovere e divulgare questo meraviglioso sport a tutti i ragazzi con disabilità fisiche per coglierne il senso di libertà e di sana competizione, per guardare sempre avanti e non fermarsi mai!

 

 

    

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