foggia boscaglia

Esperienza ed effervescenza, ordine e velocità, rispettivamente Malaury Martin e Andrea Silipo. Ad inizio stagione, li abbiamo immaginati come fari del centrocampo rosanero, pronti a guidare la squadra con la loro tecnica e qualità. Così non è stato e così, presumibilmente, non sarà.Per le ragioni, chiedete pure a Roberto Boscaglia.

Il mister vivrà ormai come un incubo le reiterate domande sul francese e sul giovane scuola Roma, propinategli tutte le volte che si siede al banco per le interviste pre e post-gara. “Perché Martin sempre in panca? Che ne è invece di Silipo?”, predicano come un mantra i giornalisti ma l’interessato non raccoglie, anzi schiva e poi dribbla.

Il 32enne Martin, che vanta anche esperienze internazionali, sarà sì un costruttore di gioco per Boscaglia, ma non sarà mai quel regista, né quell’uomo capace di resistere alla pressione degli avversari. E allora non può andare bene: ne avesse uno con quelle caratteristiche, aggiunge il tecnico, giocherebbe pure a tre centrocampisti e con il regista in mezzo al campo. “Due piccioni con una fava” diremmo, perché con una sola risposta, il tecnico gelese fa fuori anche le classiche domande sul modulo a due mediani, altro punto fortemente critico della gestione Boscaglia.

E poi c’è quel Silipo, il giovane funambolo della Capitale: bello, bravo e forte, eppure tanto inesperto. Così potremmo parafrasare le parole di mister Boscaglia, che ha detto di dare proprio di matto per l’ala d’attacco romana, ma che teme altresì di “bruciarlo”; in soldoni, non intende rischiarlo dal primo minuto in una partita, quella di questo pomeriggio contro il Bari, così importante e delicata. Certo, qualcuno non sarebbe totalmente d’accordo: come può un giovane maturare e soprattutto “esplodere”, se non gli si concedono tempo e fiducia? I numeri sono chiarissimi e raccontano il campionato finora da comparsa di Silipo: mai una partita giocata dal primo all’ultimo minuto, tanti spezzoni collezionati a gara in corso e soli undici minuti raccolti nelle ultime tre.

Ferreo e incrollabile, Boscaglia prosegue per la sua strada. E non importa se il Palermo con Martin non ha mai perso (ad eccezione dello sciagurato inserimento a 3′ dalla fine contro la Turris) e se Silipo può cambiarti le sorti della partita con una giocata dal nulla (vedasi assist per Luperini contro il Potenza). Prima di ogni cosa vengono l’equilibrio e la gestione del pallone e Boscaglia segue a puntino la ricetta, affidandosi a calciatori più di gamba e più di passo come Broh e Kanoute.

Chi smania di vedere sul campo più fantasia e qualche giocata degna di un dieci, dovrà pazientare. Il momento della fantasia deve ancora arrivare.

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