Palermo, la bilancia del giorno dopo
Il Palermo continua ad essere il peggior avversario di sé stesso, cadendo nuovamente con gli stessi errori e limiti. A tre giornate dal termine del campionato la prova di maturità è ancora rimandata, il Sud Tirol ringrazia e si porta a casa tre punti che significano salvezza.
La partita, nonostante un avvio soporifero, si era ben incanalata già poco prima della mezz’ora di gioco, merito di un gran gesto tecnico di Ceccaroni che trova l’angolo più lontano con una pregevole conclusione di esterno sinistro dal limite dell’area. I minuti che separano dall’intervallo sono i migliori per i rosanero e hanno con Lund la palla migliore per il raddoppio, ma il colpo di testa su cross di Di Mariano viene deviato dalla traversa dal portiere avversario.
Palermo, la bilancia: il secondo tempo disastroso
Poi arriva l’intervallo e con esso il problema di approccio del secondo tempo. Il Sud Tirol trova subito il pari con Barreca e va vicino al vantaggio, ma prima con Gori e poi Merkaj trovano un attento Audero. Passato il brutto quarto d’ora, dove il Palermo perde anche Ceccaroni per un problema alla spalla, la partita torna ad essere equilibrata e il primo caldo stagionale sembra indirizzare l’incontro verso il pari. Se non fosse che al quarto d’ora dal termine Blin, autore fino a quel minuto già di una partita sottotono, regala un pallone agli avversari al limite dell’area che porta al rigore per il Sud Tirol per lo sgambetto di Baniya su Mallamo. Gori trasforma e nonostante manchino circa venti minuti, incluso il maxi recupero, il Palermo non va oltre una traversa di Le Douaron sugli sviluppi di un angolo e di un tiro cross ciabattato da Vasic, imbeccato in velocità sempre dall’attaccante francese.
La forza del SudTirol
Restano da capire i perché di questo ennesimo stop. Il SudTirol non solo si è dimostrato più fresco atleticamente ma ha avuto la forza caratteriale di saper reagire allo svantaggio iniziale con la convinzione di poter portare a casa la partita. Forse una risposta la possiamo trovare nella scelta dei giocatori da mandare in campo. A differenza del Palermo, che rispetto a Catanzaro aveva solo cambiato Pierozzi con Di Mariano dal primo minuto, Castori ha presentato un undici iniziale con ben sei cambi rispetto alla gara di quattro giorni prima.
Tralasciando la sfortuna di due cambi obbligati per infortunio di Ceccaroni e nel finale di Magnani, che non hanno permesso a Dionisi di adoperare magari altre sostituzioni, è parso evidente che diversi giocatori non erano in giornata e sarebbe stato opportuno cambiarli. La panchina è tornata lunga e le alternative non mancano. Le Douaron ad esempio è entrato di nuovo bene in partita e reclama ben più minutaggio. Ma quello che preoccupa più delle gambe è la testa di una squadra che non riesce ad andare oltre i propri limiti di continuità.
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