Ponte sullo Stretto, svolta nel progetto: ecco la nuova procedura

Ponte sullo Stretto, svolta nel progetto: ecco la nuova procedura

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina segna una nuova svolta con l’attivazione, per la prima volta in Italia, della procedura Iropi (Imperative Reasons of Overriding Public Interest). Il governo ha deciso di ricorrere a questa misura per superare la valutazione di incidenza ambientale negativa, ritenendo l’opera “prioritaria e strategica” per il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha firmato la delibera che accoglie la proposta del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, avviando così l’iter per inviare a Bruxelles la documentazione necessaria.

Ponte sullo Stretto, svolta nel progetto: ecco la nuova procedura

La direttiva Habitat, in cui rientra la procedura Iropi, non richiede un’approvazione formale da parte dell’Unione Europea, ma solo l’obbligo di informare la Commissione. Secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza, l’invio della relazione – datata 4 aprile 2025 – dovrebbe avvenire entro un mese. Sarà il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a trasmettere il dossier all’Ue. Una volta completata questa fase, la società Stretto di Messina potrà procedere con l’istruttoria al Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile).

Nel documento governativo si specifica che non esistono alternative al progetto approvato: niente tunnel sottomarini o soluzioni flottanti, ma un ponte sospeso a campata unica di 3,3 km. L’infrastruttura comprenderà tre corsie stradali per ogni senso di marcia (incluse le emergenze) e due binari ferroviari. L’obiettivo è ridurre di circa un’ora i tempi di attraversamento per i veicoli e di due ore per i treni.

Parallelamente, la società Stretto di Messina si impegna ad adottare tutte le misure compensative per limitare l’impatto sull’ambiente, in particolare su fauna, vegetazione e coste. Tuttavia, restano aree critiche dove le mitigazioni non sono possibili, come i monti Peloritani, la Costa Viola e i fondali tra Punta Pezzo e Capo delle Armi.

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