Palermo – I finali show sono un ricordo, nella ripresa non si gioisce più
La metamorfosi da febbraio in poi, nelle ultime sette partite segnata solo una rete a Pisa. Non pagano nemmeno i cambi
Tre gol nelle gare con Mignani in panchina e sono arrivati tutti nei primi 45 minuti.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.
L’articolo di Alessandro Arena sottolinea come il bilancio dei secondi tempi non può trasmettere sensazioni ottimistiche perché da quando Mignani siede sulla panchina rosa il Palermo non ha realizzato nessun gol nella ripresa. Le tre reti complessive contro Sampdoria, Cosenza e Parma sono arrivate tutte nel primo tempo mentre nella ripresa il Palermo sembra aver tirato il freno a mano. E’ un malessere che i rosanero si portano anche dalla gestione Corini visto che nelle ultime quattro partite con Brescia, Lecco, Venezia e Pisa l’unico gol realizzato nella ripresa era arrivato a Pisa peraltro ininfluente per evitare la sconfitta che poi costò il cambio in panchina.
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Da marzo in poi i dati sono sconfortanti perché in sette partite è stato realizzato soltanto un gol peraltro su rigore e nessuno su azione. La partita con il Parma è un evidente manifesto delle difficoltà che incontra la squadra nella ripresa perché dopo una prima frazione convincente nella seconda il Palermo si era reso pericoloso soltanto in due occasioni mentre gli uomini di Pecchia sono stati più incisivi. Mignani insomma deve trovare quelle vittorie che finora gli sono mancate anche per blindare la qualificazione ai play-off e parallelamente trovare quelle soluzioni che possano consentire alla squadra di giocarsela fino al novantesimo.
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Sebbene i miglioramenti in fase difensiva sono evidenti non sono bastati per uscire con i tre punti in tasca e questo in ottica playoff non può essere di buon auspicio visto che ad oggi il Palermo giocherebbe soltanto il turno preliminare come testa di serie e nei turni successivi dovrebbe vincere almeno una gara su due delle gare previste in semifinale.
Non è questione di pareggite o meno. E’ questione di mentalità
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