Palermo

Palermo, altro che riserve. La panchina è una miniera

Tre gol su sette sono arrivati da chi è subentrato: dopo i sigilli di Soleri e Di Francesco, ad Ascoli è arrivato quello di Mancuso

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.

L’articolo di Alessandro Arena

 

Una delle ragioni per cui nel 2022/23 il Palermo non era riuscito a coronare il campionato con la qualificazione ai play-off è l’apporto troppo basso da parte della panchina: la differenza tecnica tra titolari e riserve, che Rinaudo aveva comunque provato a limare con il mercato di gennaio, era troppo evidente. Ora che gli innesti estivi hanno permesso al ds rosanero di costruire un Palermo totalmente diverso, è bastato pochissimo perché i frutti venissero raccolti: ad Ascoli è arrivata la terza vittoria consecutiva e, come nelle precedenti contro Reggiana e Feralpisalò, c’è la firma di un giocatore non presente nell’undici iniziale.

Palermo, la panchina è una miniera: ormai sono 16 i titolari

Pur non avendo segnato con la stessa «rapidità» dei suoi predecessori, Mancuso ha realizzato un gol molto più pesante: Soleri contro la Reggiana e Di Francesco contro la Feralpisalò, in rete rispettivamente a 4 e 5 minuti dal loro ingresso in campo, avevano arrotondato un risultato che i rosa avevano già acquisito in precedenza; il numero 7, entrato al 66’ e decisivo al 92’, ha invece permesso al Palermo di espugnare il Del Duca in un momento in cui la partita sembrava cristallizzata sul pareggio.

La terza marcatura consecutiva di una riserva in altrettante gare dà ulteriore credito a un concetto che Corini ripete con forza dall’ultimo giorno di mercato: la differenza di valori tra titolari e panchinari si è azzerata, i primi hanno lo stesso peso sulla partita dei secondi.

Ed il confronto con la passata stagione è impietoso

Il confronto con il numero di gol dei subentrati nella scorsa stagione è impietoso: il Palermo ha chiuso il 2022/23 con cinque gol dalla panchina (su 49 complessivi, appena il 10,2%), ma per raggiungere quota tre aveva impiegato 28 partite contro le quattro di quest’annata. A rendere ancora più evidenti le difficoltà della panchina nella precedente annata è un dato che nelle settimane finali del campionato ha impietosamente accompagnato i rosa: un solo gol nei secondi tempi delle ultime otto partite, proprio quelle in cui il Palermo con un pizzico di cattiveria in più avrebbe potuto centrare l’accesso ai play-off, messo a segno da Tutino al Penzo.

Il primo obiettivo tracciato in estate era quello di voltare pagina e la squadra, al netto delle montagne russe di Bari, ci è pienamente riuscita vincendo le successive tre; il secondo, quello di allestire un organico competitivo e che garantisse a Corini ventidue titolari, è stato portato avanti con un mercato di grande livello e i risultati delle prime uscite hanno dato ragione alle scelte di Rinaudo e Bigon; per il terzo bisognerà aspettare un po’ di tempo e avere una pazienza di ferro, ma è evidente che la priorità in casa Palermo è chiudere il campionato con la promozione.

 

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