C’è una frase caratterizzante, nel film premio Oscar del 2014 di Paolo Sorrentino, ‘’La Grande Bellezza’’.
‘’Sono belli i trenini che facciamo, sono i più belli del mondo. Perché non portano da nessuna parte’’.
E’ – ancora – la storia di questo Palermo. E di quello dell’anno scorso.
Prestazioni inconcepibili, sconfitte e pareggi inspiegabili e poi grandi e roboanti vittorie.
In squadra il capocannoniere del girone C e in rosa un attacco complessivo che occupa il secondo posto. Se si guarda alle prestazioni interne, primo posto in assoluto.
Eppure questo treno, che percorre un binario cui non è concesso conoscere la destinazione, non porta da nessuna parte. Alimenta, costantemente, la speranza.
Forse però ogni essere umano ne ha bisogno, specie se si tratta di calcio. Perché questo sport, in mancanza di fantasia, diventa uno spettacolo mortale.
Sono belli questi trenini, perché a volte sembrano pure rassicuranti.
Eppure, poi, ogni settimana lo stadio è sempre più vuoto. Il silenzio che non ammette giustificazioni. L’indifferenza che rende le mani fredde.
E la rabbia, dei tifosi, che non riescono (giustamente) a giustificare questo moto oscillatorio. Questo alternarsi, soprattutto sotto la sfera emotiva e di approccio alla gara, di prestazioni.
Con Brunori e Soleri i rosanero hanno realizzato 30 reti. E il Palermo è 5. E il futuro più incerto del presente.
Soltanto una cosa, però, è giusto fare adesso: non mentire a sé stessi e cercare, tutti, nessuno escluso, di abbattere i confini di una comunicazione fallace, futile.
Nel frattempo, il sole è tramontato.
E il sogno, forse, è terminato.
Eppure tocca restare qui. E forse cercare di creare un nuovo sogno, o meglio, obiettivo.
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