Palermo

Non era una partita come le altre; Avellino-Palermo non lo sarà mai. Ancor di più se in gioco c’è un posto d’elite nel girone C di Serie C. I lupi contro le aquile, la forza della terra contro quella del cielo. Gautieri contro Baldini, due nuovi allenatori chiamati a risollevare le sorti di entrambe le compagini. Insomma il match del “Partenio Lombardi” aveva quel sapore di importanza che solo una 31° giornata, a volte, ti può reagalare: quando sale la pressione e sai, che i 3 punti valgono di più. E anche il film della partita, è andato avanti seguendo i medesimi sentimenti, le stesse sensazioni.

Primo tempo equilibrato (quasi)

Il Palermo è stato superiore a centrocampo, l’Avellino ha fatto una fatica matta ad uscire pulito dalla propria metacampo, frutto del grande pressing che siamo abituati a vedere con Baldini. Al 13°, al primo affondo, i lupi hanno però “ruggito”: Matera indisturbato ha fatto 1-0 con un gran diagonale. Lasciato troppo solo, con Lancini forse un po’ in ritardo. Nemmeno il tempo di esultare che, però, Brunori sigla il suo 17° gol in campionato con un destro al volo dagli sviluppi di un calcio d’angolo. L’attaccante di proprietà della Juventus segna così da 8 giornate di fila superando addirittura il record del turco Sukru (fermo a 7 nella stagione 1950/51). Dopo il pareggio sono stati gli ospiti più pericolosi e già al 20′ Brunori poteva portare in vantaggio la sua squadra: imbeccato in posizione regolare da De Rose il bomber rosanero stoppa da campione ma a tu per tu con Forte tenta lo scavetto facendosi ipnotizzare dall’estremo difensore avversario. 10′ più tardi grande occasione per i padroni di casa: Plescia servito da Kanouté mette alto di testa da due passi; Massolo esulta come un gol e il risultato resta fermo sull’1-1. Punteggio giusto, con il Palermo che nel complesso ha giocato meglio e ha tenuto di più la palla. Ma soprattutto ha dominato per 35′ a centrocampo, recuperando circa 10-15 palloni negli ultimi 40 metri dell’Avellino.

Brunori assist man, Valente porta 3 punti

Nel secondo tempo i campani entrano col turbo e schiacciano il Palermo il cui muro, però, regge. E le ripartenze funzionano: Brunori in profondità si destreggia bene, sterza e vede la strada per servire Valente, che calcia fortissimo e fa 1-2. Prima il pallone ha colpito la traversa, poi si è insaccato in rete. Baldini poi inizia a mischiare la carte senza mai snaturare il 4-2-3-1: fuori Giron per Crivello e dentro qualche minuto più tardi Damiani per Dall’Oglio. L’Avellino spinge, i rosanero si arroccano dietro ma tenendo comunque un baricentro medio-alto. Al 66′ Tito viene espulso per proteste (forse qualche parolina di troppo nei confronti del direttore di gara). I padroni di casa restano in dieci ma non cambiano la loro filosofia, mantenuta per tutto il secondo tempo: pressing e arrembaggio alla ricerca del pari. Al 78′ Mignanelli calcia dai 20 metri ma il pallone finisce alto di poco. Nella seconda frazione da segnalare anche un paio di parate importanti di Massolo (scelto ancora al posto di Pelagotti). Gli ultimi 10′ sono un monologo bianco verde, mentre il Palermo, in superiorità numerica, poteva sfruttare meglio un paio di contropiedi. Il punteggio non cambierà più, i rosa con sofferenza l’hanno portata a casa. Meglio il primo tempo che il secondo, ma oggi si è vista anche la grande capacità di soffrire, fondamentale per raggiungere gli obiettivi.

Una vittoria per la testa

Si è visto il solito Palermo, arrembante nel primo tempo, poco più basso nel secondo. Concreto, soprattutto, quando serviva. É stata una vittoria meritata, che adesso può rilanciare le ambizioni di secondo posto. Più che per la classifica, questo trionfo è fondamentale per la testa. Proprio questa, ha permesso di ribaltare il risultato e addirittura prendere i 3 punti, cosa mai successa in stagione prima d’ora. Alle prestazioni, c’è una seguito anche di risultati. I rosa adesso possono sognare, anche se la strada sarà ancora lunga e tortuosa.

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