Miccoli

La Cassazione ha diversi mesi fa condannato a 3 anni e mezzo l’ex capitano del Palermo Fabrizio Miccoli, ma emergono nuovi sviluppi sulle vicende giudiziarie che da tempo coinvolgono il Romario del Salento.

Il caso Miccoli

Secondo quanto riportato dal Giornale di Sicilia, la condanna decisa in via definitiva rimane un punto fermo per la Cassazione e non è stata considerata l’idea di metterla in discussione. La difesa dell’ex calciatore sperava che alcuni sms relativi al periodo dei fatti incriminati avrebbero potuto scagionare il proprio assistito, ma ciò non sarà possibile. Partendo dall’inizio, Miccoli aveva “affidato a un suo amico, figlio di un boss mafioso, l’incarico di riscuotere un credito “lecito” da un imprenditore in favore di un suo conoscente”, senza ottenere alcun vantaggio dal punto di vista economico. Per i supremi giudici, il giocatore nativo di Nardò, era però a conoscenza dell’insistenza dell’amico Mauro Lauricella per la riscossione di 12 mila euro. Questa somma sarebbe poi stata destinata a Giorgio Gasparini, all’epoca fisioterapista dei rosanero, che vantava questo credito nei confronti dell’imprenditore Andrea Graffagnini.

Inutile, in tal senso, per i supremi giudici, l’intento da parte della difesa di scagionare l’attaccante con dei messaggi. In queste conversazioni il diretto interessato chiedeva di riscuotere il credito in maniera tranquilla e senza minacce, ma ciò dimostra che era a conoscenza di tutto e che seguiva quanto svolto da Lauricella. A sostegno di ciò infatti la Corte di Appello di Palermo “dà puntualmente conto del costante controllo della vicenda da parte di Miccoli; che partecipò ad alcuni degli incontri predisposti da Lauricella con i debitori”. Inoltre Miccoli “veniva informato da Lauricella su ogni dettaglio quanto agli ulteriori incontri programmati con i debitori, agli ostacoli insorti, alle reazioni e alle scelte di far intervenire personaggi di primo piano della criminalità palermitana”.

“Allo stesso modo, è pacifico che Miccoli intervenne personalmente sia nel rappresentare a Gasparini le «condizioni economiche» per conseguire l’auspicata riscossione dei crediti (incluso il riconoscimento di una somma a favore di Lauricella), sia nel consegnare la somma ottenuta in pagamento dai debitori, conoscendo le modalità – più volte rappresentate da Lauricella – con le quali era stato ottenuto il pagamento”. Questo quanto aggiunto dalla Suprema Corte. Infine l’ex stella dei rosa diede a Gasparini ben 3 assegni per 8 mila euro.

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