Palermo-Catania

L’autonomia nel pallone, ecco la Nazionale siciliana

Giocherà nel Conifa con la Padania, l’isola di Man e i “cugini” borboni. Giacomo Tedesco possibile allenatore. Giocatori dilettanti scelti con lo “jus soli”

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola. L’articolo di Tullio Filippone unisce storia e sport. Ed è proprio da un luogo storico di Palermo, come palazzo dei Normanni, che inizia la carriera sportiva della Nazionale Siciliana. La denominazione ufficiale è Asd Sicilia Football Association. Un’idea presentata da un gruppo di siciliani ai vertici della federazione delle selezioni delle patrie. La nazionale giocherà nel Conifa, la lega dove militano Padania, Abcasia, l’Isola di Man e i già acerrimi rivali del Regno delle due Sicilie dei Borbone. “Oggi con la nazionale della Sicilia vogliamo promuovere la valorizzazione dell’identità e dell’immagine della nostra isola a vantaggio dei suoi abitanti e del mondo” così ha dichiarato il presidente Salvatore Mangano, imprenditore messinese.

Le maglie, i giocatori e l’allenatore. C’è (quasi) tutto!

Fatta la società ora è tempo di pensare a tutto il resto! L’articolo di Repubblica, infatti, spiega il criterio di scelta dei giocatori, ovvero lo ius sanguinis. Saranno convocabili tutti i siciliani che giocano nell’isola e nel mondo, ma anche chi è sposato con siciliani e vive in Sicilia da almeno cinque anni. Potranno far parte anche i figli di genitori stranieri nati in Sicilia, ad esempio Mario Balotelli e Vincenzo Grifo. La Nazionale siciliana potrebbe inoltre già avere l’allenatore. In tal senso, Giacomo Tedesco si è autocandidato per un posto in panchina. Alberto L’Episcopo, direttore generale, pare stia considerando seriamente la proposta.

L’Asd Sicilia intanto ha già le sue maglie. I colori sociali della prima saranno il giallo e il rosso e la Trinacria è il simbolo scelto. C’è anche una seconda e una terza maglia che si rifanno ai simboli dei grandi regnanti della Sicilia. La seconda maglia, la Fidiricu, con l’aquila sveva di Federico II come sfondo, e la terza, la Ruggeru, con lo scudo simbolo di Ruggero d’Altavilla.

 

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