Palermo

Se la partita di ieri ha lasciato delusi tanti tifosi palermitani perchè il risultato poteva essere pieno, se solo il direttore di gara non avesse fischiato un rigore inesistente, allora il sentimento che aleggia è quello giusto. Se, però, si ha tanta rabbia (come molti nel day after) perchè il Palermo ha perso l’occasione di accorciare nuovamente sul Bari, allora la strada percorsa dal proprio “cuore”, è quella sbagliata. Il Bari forse non va nemmeno considerato. I galletti, almeno per ora, hanno dimostrato di essere di un’altra categoria. E soprattutto di avere una consapevolezza tale per vincere le partite anche giocando male.

Un punto da accettare con serenità

Il pareggio di ieri, comunque, deve essere accettato anche con sostanziale tranquillità e sollievo. Sia perchè gli ultimi 10 minuti avevano dato l’impressione che il risultato potesse spostarsi a favore di una o dell’altra squadra, sia perchè, in fin dei conti, un punto contro una corazzata come l’Avellino non può essere buttato alle ortiche. Infine perchè la classifica, guardata dalla prospettiva più logica (ossia di una squadra che può arrivare tra le prime 4° posizioni), sorride ancora alla banda di Giacomo Filippi, che ieri forse la partita l’ha un po’ condizionata coi cambi. Ma non vogliamo entrare nel merito dei possibili errori commessi dal tecnico di Partinico, già ampiamente analizzati in un nostro precedente articolo.

Le due vittime partorite dall’arbitro

Di sicuro c’è che il punto condiviso ieri dalle due squadre, è stato frutto di una bella partita, tra due compagini attrezzate per arrivare in alto. I lupi hanno dimostrato di essere squadra, di sapere muovere la palla e di avere giocatori che le partite le possono risolvere da un momento all’altro; il Palermo ha dimostrato, dalla sua, di avere ancora margini di miglioramento e di essere una squadra compatta, organizzata, quasi “allegriana” nell’organizzazione di gioco: senza troppi passaggi orizzontali e subito alla ricerca delle due punte e, quindi, alla profondità. Un bellissimo incontro insomma. Una partita vera, che i rosanero avrebbero forse portato a casa con sofferenza e con quella compattezza di cui parlavamo pocanzi, se non fosse stato per quel rigore maledetto che ha mietuto due vittime: il Palermo e la dignità di questo sport.

Il “patto 2° posto” a due condizioni

Tolto il Bari, pilota responsabile del Girone C, le altre squadre sono tutte molto vicine. Il Palermo potrebbe cominciare a sintonizzarsi su un canale chiamato “patto 2° posto”. A chiudersi a riccio, a lavorare e a capire che non è un’utopia lottare (presumibilmente contro il Catanzaro, anche se Monopoli e Taranto non scherzano), per essere la 2° forza del campionato. Non è presto per capire dove si può arrivare, siamo quasi a metà stagione. Di contro, sarebbe tardi per non averlo ancora capito. La seconda posizione potrebbe proiettare i rosanero direttamente alle semifinali dei playoff. Forse è l’unica che consentirebbe di giocarsela davvero per la promozione tramite gli spareggi. Se non si è tra i privilegiati, è difficile raggiungere la B e questo il Palermo lo sa. Questa squadra può crederci, a patto che si dia una calmata con le espulsioni e cominci ad avere continuità in trasferta.

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