Palermo

Sette giornate di campionato disputate e appena dieci punti. Un bottino “misero” sia in rapporto alle ambizioni che ancor di più se si considera che il Palermo ha affrontato ben cinque matricole e che la capolista Bari ha già sette punti di vantaggio. Di certo però i rosanero non sono così “scarsi” come la classifica direbbe. E allora dove sta il problema? Probabilmente, pur non essendo, ne volendo fare gli allenatori, pare chiaro che l’intransigenza del tecnico Giacomo Filippi nel voler difendere a tutti i costi le sue idee rischia di diventare un grosso limite. Siamo sicuri ad esempio che Matteo Brunori che gioca da prima punta lo sia davvero? L’attaccante rosanero ha esordito giovanissimo in C a Foligno con Giovanni Tedesco come allenatore. Brunori non è mai stato una prima punta, meglio forse si troverebbe da seconda punta o da trequartista in grado di “legare” il gioco. E questa considerazione anche se ad Arezzo, dove ha giocato da prima punta, nella stagione 2018-2019, ha realizzato 13 reti. Del resto sia prima che dopo l’esperienza in Toscana non è mai stato un bomber. Lo dicono i numeri e questo probabilmente avvalora la nostra tesi.

Un altro “equivoco” riguarda un elemento che sembrava poter fare la differenza, e del resto per questo motivo era stato preso, e che invece si perde spesso nell’anonimato, ovvero Gregorio Luperini. Un giocatore che è una grandissima mezzala per come attacca la porta, molto bravo negli inserimenti come ha dimostrato a Trapani e, purtroppo, poche volte in maglia rosanero. Come lo si pensa quindi di farlo giocare a due in mezzo al campo? Non sarebbe quindi meglio giocare, molto semplicemente, con un centrocampo a tre che darebbe più protezione a Andrea Silipo che sarebbe così libero di svariare con maggiore libertà. Un po’ come faceva il Palermo dei tempi d’oro dando ampia possibilità di manovra prima a Simplicio e poi a Pastore. Si darebbe così la possibilità a Silipo di essere più libero e al contempo di avere da lui una mano in fase di non possesso.

Considerazioni le nostre, che per gli uomini a disposizione, farebbero propendere come si sarà capito per un semplicissimo 4-3-1-2. Però la squadra non l’alleniamo noi e chi lo fa ha detto chiaramente che quello attuale, nonostante il campo dica esattamente il contrario, è il modulo migliore. Magari ricordiamo male ma anche Roberto Boscaglia lo scorso anno diceva lo stesso e sappiamo come è andata a finire. E’ davvero così difficile adattare il proprio modo di fare calcio agli uomini a propria disposizione? E’ più semplice adattarsi a quello che si ha o adattare quello che si ha al proprio modo di fare calcio?

La nostra risposta l’avrete intuita ma è chiaro che non pretendiamo di far cambiare idea al tecnico rosanero. Però il gioco, certi atteggiamenti e la classifica forse dovrebbero indurre Filippi a riflettere prima che sia troppo tardi, sempre che già non lo sia.

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1 commento

  1. Allenatore scarsissimo e presuntuoso, società latitante senza idee e quattrini che fallimento sotto tutti i punti di vista…..vergognosi e pietosi

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