Palermo

Nessuno aveva detto che sarebbe stato facile. Nessuno. Ogni gara è ostica e ha una propria storia. Oggi il Palermo ha vinto e lo ha fatto con merito, ma è chiaro che c’è ancora molto da lavorare, sopratutto sulla testa. Inammissibili infatti quei 3 minuti di follia in cui prima Jefferson e poi Sané, stavano purgando i rosa, dopo una partita praticamente controllata.

Iniziò contratto, poi in controllo

Ottimo primo tempo con un Palermo forse un po’ contratto all’inizio, causa anche l’emozione scaturita dai quasi 7.000 tifosi palermitani sugli spalti, e poi in controllo totale sul match. Tante occasioni da gol e un minuto, il 32°, in cui è cambiato tutto. Brunori salta il portiere con uno scavetto e subisce fallo da rigore; non ha avuto dubbi il direttore di gara che ha concesso il penalty ed espulso Marcucci per fallo da ultimo uomo. Floriano perfetto, fa 1-0. Pochi rischi e un match controllato, solo una parata per Pelagotti in tutto il primo tempo.

Palermo sprecone ma bello

La seconda frazione di gioco comincia come era finito il primo tempo, con il Palermo in controllo ma anche un po’ troppo sprecone. Il 2-0 è arrivato soltanto alla fine del match con un altro rigore, questa volta trasformato da Soleri che ha spiazzato Alonzi con personalità. Tante occasioni gettate alle ortiche e poca cattiveria sottoporta, ma la prestazione è comunque positiva, più o meno in tutti gli interpreti.

Tutto bene, ma non c’è da esaltarsi

Benisismo Giron sulla fascia sinistra, straordinario De Rose, ottimo l’esordio di Brunori che forse è stato, a volte, troppo lento in alcune circostanze. La stoffa, però, c’è. È evidente. Bene quasi tutti, un po’ meno forse Peretti, ma non è il caso di puntare il dito contro nessuno: tutti hanno fatto il loro dovere. Certo non c’è mica da esaltarsi, per una vittoria contro una neopromossa che ha giocato circa 60 minuti in 10 uomini, però non erano scontati né la prestazione né tanto meno il risultato. Quindi complimenti a Filippi e complimenti al Palermo. Ma la testa, deve essere già alla prossima settimana.

I 3 minuti folli e la necessità di migliorare

Inammissibile, come detto, la pausa shock durata 3 minuti, in cui il Latina clamorosamente non è riuscito a trovare il gol del pari. E poi, certamente, si deve chiudere prima il match. È un Palermo forte, con tante armi a disposizione. Contava il risultato ma la prestazione deve essere certamente contestualizzata, e al netto di un avversario certamente inferiore e sopratutto a dispetto dell’episodio che questa partita l’ha chiaramente bene indirizzata. Si parte con la 6° marcia, ma è soltanto l’inizio, Filippi lo sa. Intanto 3 punti e morale in vista del derby contro il Messina.

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