Coronavirus

Dolore, tristezza e incredulità nella cittadina nissena.
Ieri l’ultimo saluto al pensionato che era stato ricoverato all’ospedale di Agrigento. Gli altri due congiunti si sono spenti alla Rianimazione del Sant’Elia.
Sono stati tutti intubati. Il cordoglio del sindaco: “fino alla fine abbiamo sperato che almeno uno si salvasse”.

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.

Una intera famiglia distrutta dal Covid-19, sterminata nell’arco di una decina di giorni. Un dramma nel dramma, un virus che ha spezzato la vita di tre persone lasciando nella disperazione chi fino alla fine ha sperato nel miracolo. Il virus si è portato via una mamma, il figlio ed il capofamiglia.
Inizia così l’articolo di Donata Calabrese che ricostruisce l’intera vicenda accaduta nel nisseno.

La prima a spegnersi è stata la madre, 72 anni, ricoverata con una polmonite bilaterale. Pochi giorni dopo il ricovero della madre, anche il figlio di 50 anni inizia ad accusare i sintomi e viene ricoverato per problemi all’apparato respiratorio e dopo qualche giorno è finito in terapia intensiva, proprio accanto al letto della sua mamma che si è spenta il 31 ottobre. Il 5 novembre anche il cuore del figlio ha cessato di battere.
Ma il virus ha colpito anche il padre, un uomo di ottanta anni che a causa delle sue gravi condizioni era stato trasportato all’ospedale «San
Giovanni Di Dio» di Agrigento.
Il parere del medico, il primario del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Sant’Elia, Giancarlo Foresta: “Dal punto di vista scientifico attualmente non ci sono evidenze che un gruppo con una particolare predisposizione genetica sia soggetta ad avere una sintomatologia più grave di altri dopo aver contratto il virus. Non esistendo una correlazione chiara con un gruppo specifico di persone penso alle loro patologie pregressa”.

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