Da Palermo a Bari e Catania, un importante bacino d’utenza.
Cinque milioni di cuori per il calcio.
Si chiama Serie C in quanto terzo livello del calcio italiano. A leggere palmares e tradizione, viene qualche dubbio, e se si prende in considerazione un dettaglio troppo spesso ignorato si cambia idea. Quando si parla di bacino di utenza….
Questa l’apertura dell’articolo di Vincenzo Sardu sul Corriere dello Sport, oggi in edicola.
Interessante analisi sul peso che questa serie C ha per il calcio italiano. Un fattore importante per i piani alti del calcio specie in tema di diritti televisivi.
I numeri che presenta la prossima serie C nulla hanno a che fare con la dizione “terza serie”. I dati parlano chiaro: la C muove circa 5 milioni di utenti.
E analizzando la tabella che abbiamo estratto dal Corriere dello Sport, si capisce come le prime 10 squadre raggiungono più di 2 milioni e 600 mila utenti. Insomma un bacino impressionante per un campionato di terza serie. Che andrebbe anche aumentato considerando le province e non la sola città. E i tanti, soprattutto al sud, che risiedono in città diverse per motivi di lavoro.
I top della C. Palermo pesa per oltre 657mila abitanti. Bari ne dichiara 322mila. Mettiamo i rispettivi hinterland e si può immaginare l’entità della passione. Che si traduce in “fame” di calcio, in voglia di sapere, news e interviste o like secondo i media. Ci sono esempi che spiegano quanto sia forte la passione dei tifosi indipendentemente dai palcoscenici di pertinenza. Il Parma, precipitato a suo tempo in D, e poi in C, raccoglieva migliaia di abbonati. Il Palermo la passata stagione ha battuto il record in precedenza segnato dal Bari sempre in D (oltre 10mila tessere). Il potenziale di affetto va oltre il campo. Squadre sparite per uno o due anni, causa tracolli economici, non hanno cancellato la voce tifosi, rimasti in attesa di tempi migliori.
Insomma, saranno pure città della Serie C del calcio, ma hanno numeri da Serie A, scrive Sardu in conclusione del suo articolo.
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