Rinaldo Sagramola, amministratore delegato del Palermo, traccia la linea per il futuro. Il dirigente è intervenuto in esclusiva per i microfoni di Gold78 nel corso della trasmissione “Diretta Stadio Giovedì”, traendo un bilancio su quanto fatto finora e su quanto c’è ancora da fare.

“Cambio denominazione? Ci sarà per forza, bisogna togliere il “dilettantistico”. Sarà il presidente a comunicarlo alla tifoseria in generale quale sarà la scelta del nome definitivo, che è già stata fatta. Il Presidente annuncerà quanto prima la nuova denominazione“.

“Costi di gestione del Barbera? Noi abbiamo lo stadio in seguito alla vittoria del bando, con un nulla osta del sindaco. Iniziata la trattativa per la concessione pluriennale, noi vorremmo la concessione del diritto di superficie per fare degli investimenti seri su tutta la struttura, trasformandolo in una forma più moderna e accogliente, aprendolo alla cità come una vera e propria arena. Un manufatto di queste dimensioni non serve. Allo stesso tempo avevamo sempre detto che eravamo consapevoli di quanto pagava il Palermo, ma quel Palermo fatturava 60.000.000€, ed era congruo pagare più di 300.000€. Adesso non si può pagare così tanto in relazione alla categoria”.

“Ieri è scoppiato il caos, sorprendendo un po’ tutti, con un’ipotesi di canone fuori da ogni logica. Basta dire che il messina ha avuto in concessione lo stadio Filippo Scoglio per 5.000€ più le utenze telefoniche. Quindi è di tutta evidenza come sia fuori ogni logica la cifra di 341.000€ per una società che fattura 3.500.000€. La pubblicità dello stadio c’è da dieci anni, è sempre stata la stessa, non si è mai aggiunto un pannello o una virgola. Il Barbera è stato il primo stadio in Italia che ha avuto una cartellonistica pubblicitaria, dopo il Barbera ci fu lo stadio Olimpico di Roma. All’epoca ci furono contestazione rispedite al mittente con successo. Lo stadio c’è stato dato in uso a luglio, e l’abbiamo usato come la precedente attività sportiva, non cambiando una virgola”.

“Non possiamo stare dietro a discussioni, peraltro anche legittime all’interno di un consiglio comunale, e quindi noi ci stiamo guardando in provincia per vedere se ci sono campi omologati per la Serie C, perché noi dobbiamo tutelarci per l’iscrizione”.

 

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