Un modo per non bloccare del tutto il turismo e per procedere in totale sicurezza: è lo studio al vaglio della Commissione Europea che permette di viaggiare in base a confinamenti su base regionale e non nazionale.
Le zone rosse riguardano un confinamento stringente, le verdi quelle zone in cui le misure anti-covid si sono potute allentare.
L’idea riportata dal Corriere della Sera viene da due accademici, Bary Pradelski, associato di Economia del Centro nazionale di ricerca scientifica in Francia, e Miquel Oliu-Barton, associato di Matematica dell’università di Paris-Dauphine.
Una proposta che è stata già approvata in Spagna e Francia. «Non sappiamo che ne sarà», spiega Pradelski, «ma ci è parso che nella strategia annunciata dalla Commissione ve ne fossero alcuni spunti»
L’importante adesso è garantire parametri di omogeneità: come fare?
“I parametri che vanno garantiti per definire “verde” un’area sono tre. Abbastanza posti in terapia intensiva, anche per malati non Covid. Poi: l’indice di crescita R0 deve essere sotto 1; e infine devono essere in atto sistemi capillari di test e tracciamento”.
Non mancano però le difficoltà, come quelle di testare abitanti su larga scala:
“Lo studio prevede che la Commissione debba supportare queste zone, anche con un budget. Vi sono critiche su una scarsa coordinazione delle istituzioni Ue nella risposta al virus: non so dire se siano giuste, ma questa è un’opportunità per smentirle”.
Anche le misure di contenimento in vigore sono un parametro?
“Non diamo indicazioni su come fare: tra i criteri non c’è, ad esempio, che in spiaggia vi siano le barriere di plexiglass o soluzioni analoghe. Ma l’idea delle “zone” affranca le amministrazioni locali dal vincolo di un lockdown nazionale, e permette loro di adottare misure adatte al territorio: il solo vincolo sono i tre parametri di cui sopra. E non vale solo per le vacanze, ma anche per gestire le previste “seconde ondate” senza più paralizzare interi Paesi”.
