Ghirelli: Voglio giocare, ma devono aiutarci a farlo.

Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola

Il calcio ha regole universali, in A come in Eccellenza. Ma quando ci si sposta di categoria il calcio non è poi così uguale o, perlomeno, affinché lo sia occorrono strutture e mezzi che in alto ci sono e più in basso no.
Inizia così l’articolo di Vincenzo Sardu che riporta il grido di aiuto del presidente della C, Ghirelli alle prese con diverse società che andranno incontro ad evidenti difficoltà economiche.
In Lega Pro c’è un duplice problema: da una parte molte società non hanno strutture adeguate per riprendere la stagione rispettando le eventuali norme e restrizioni imposte, dall’altro c’è l’aspetto economico che penalizzerà molti club gestiti da imprenditori locali, in sofferenza con le loro aziende.
Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che potete trovare integralmente sul Corriere dello Sport in edicola:
“Se mi chiedono quando voglio tornare a giocare, rispondo subito, anche domani. Se mi chiedono quando posso tornare a giocare, invece, le cose sono più complicate. Perché bisogna metterci nelle condizioni di farlo.. debbano essere osservate regole ineccepibili. Ma in Serie C tale rispetto presuppone la creazione di strutture per ogni club il cui costo sarebbe difficilmente sostenibile. E ricordiamoci che si sta parlando di società i cui vertici hanno preoccupazioni quotidiane per le aziende con le quali vivono e grazie alle quali danno lavoro ai propri dipendenti… Se non arrivano aiuti e strumenti adeguati dal governo, tanti dei miei presidenti potrebbero non essere in grado di iscrivere le loro squadre nella prossima stagione… mai e poi mai metterò uno soltanto dei miei presidenti nelle condizioni di dover rischiare civilmente e penalmente con una ripresa agonistica che non è preparato o attrezzato a sostenere. Dunque giocare sì, lo vogliamo tutti, anche quanti sono al centro del focolaio pur se i pensieri sono altri in questo momento. Ma bisogna che ci dicano come… Da noi il problema è sostanzialmente economico, in due livelli: uno per essere attrezzati a rispettare le norme della ripresa, l’altro per ristorare sodalizi già in forte perdita a causa della crisi”.
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