Dopo la disposizione dell’Esercito in diverse città d’Italia e il nuovo modulo di Autocertificazione da compilare per gli spostamenti (appena enunciato), l‘ENAC (l’ente nazionale per l’aviazione civile) attraverso un nota inviato al Ministero dell’interno chiede una deroga per l’utilizzo dei droni ai fini di controllare più dettagliatamente gli spostamenti delle persone.

Ecco di seguito la nota:

“Considerate le esigenze manifestate da numerosi Comandi di Polizie locali”, si legge nel documento, fino al 3 aprile 2020 si dispone che “le operazioni condotte con sistemi aeromobili a pilotaggio remoto con mezzi aerei di massa operativa al decollo inferiore a 25 kg, nella disponibilità dei Comandi di Polizia locale ed impiegati per le attività di monitoraggio” in questione, “potranno essere condotte in deroga ai requisiti di registrazione e di identificazione” fissate dall’articolo 8  del Regolamento Enac “Mezzi aerei a pilotaggio remoto” edizione 3 dell’11 novembre 2019.

In pratica, l’Enac stabilisce che i droni potranno essere usati nei casi in cui il pilota è in grado di mantenere costantemente il contatto visivo con il drone, in deroga all’articolo 10 anche su aree urbane dove vi è scarsa popolazione esposta al rischio di impatto; non sarà altresì necessario il rilascio di autorizzazione da parte di questo Ente e non sarà richiesto la rispondenza delle operazioni agli scenari standard pubblicati”.

Inoltre, in deroga alle previsioni del Regolamento Enac, fino al 3 aprile 2020 “si autorizzano tutti gli Enti di Stato di cui all’articolo 744 del Codice della Navigazione e delle Polizie locali dei Comuni italiani, ad operare con propri Apr se impiegati nell’ambito delle condizioni emergenziali dovute all’epidemia Covid-19, nelle aree prospicienti di tutti gli aeroporti civili di cui al paragrafo 7 della Circolare Enac Atm 09 e identificate come ‘aree rosse’, ad una quota massima di 15 metri”.

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