Intervenuto ai microfoni di Trm nella trasmissione “Siamo Aquile” Juan Alberto Mauri ha parlato del suo momento al Palermo, di come è arrivato in Italia, un po’ l’ombra del fratello José Mauri, e del fatto che abbia saputo attendere il momento giusto per incidere e dire la sua nella squadra rosanero:
“Mi è stata data la possibilità, dovevo far bene, mi è stato chiesto di calciare il rigore e non ho esitato a dire di sì“.
E proprio il momento del calcio di rigore, ha suscitato curiosità, dopo una serie di rigori sbagliati, quello tirato da Mauri è stato sentito da tutti tifosi quasi come un sospiro di sollievo:
“Sinceramente non ho pensato molto, tiro sempre da una parte- ride-. Per fortuna, è andata bene ed il portiere, è stato spiazzato. Non guardo mai il portiere, sono convinto di calciare in un determinato punto. Calcio forte ad incrociare”.
In merito al campionato di serie D che il Palermo sta disputando:
“Il campionato è tosto, è molto simile a quello di serie C”.
La difficoltà della partita di Ragusa, nonostante il campo simile a quello del Barbera:
“Tutti i palloni erano sgonfi, bisognava giocare massimo a due tocchi perché le condizioni del campo non erano delle migliori e ovviamente è normale che la difficoltà della partita come quella di tutte fa la differenza, tutte le squadre contro il Palermo fanno la partita della vita“.
Una delle migliori partite del Palermo fuori casa, un Palermo più vivace forse rispetto alle classiche partite da trasferta:
“Le dimensioni del campo fanno tanto, aldilà del campo bello o brutto, hai più spazi per muoverti e far girar meglio il pallone in ampiezza e profondità“.
Un commento sulle parole di Pergolizzi in conferenza stampa arrabbiatissimo per l’atteggiamento dei ragazzi:
“Penso che sia un 50 e 50, ci sono i meriti degli avversari ma anche i demeriti nostri. Il Marina di Ragusa attaccava e noi non riuscivamo più ad farlo adeguatamente”.
Juan Mauri poi conferma: ” A me piacerebbe vincere tutte le partite 3-0 giocando bene però quando non si può… magari arriverà il momento però…“.
Cosa è cambiato rispetto all’inizio?
“La pressione esiste, siamo il Palermo e dobbiamo vincere sempre, è bello giocare con 10.000 persone, però basta perdere una partita per generare il caos… Prima nessuno sapeva come giocava il Palermo, adesso lo sanno tutti. Il girone di ritorno è sempre più difficile rispetto a quello di andata“.
Dopo la sconfitta con il Savoia cosa è successo?
“Non ci siamo abbattuti, può capitare, siamo un bel gruppo, tutti dobbiamo crescere ed andare avanti. Savoia ed Acireale sono state sconfitte diverse: con il Savoia abbiamo capito di dover lottare più fisicamente, con l’Acireale è sicuramente una sconfitta più meritata“.
Sul prossimo avversario in gran forma, Juan Mauri però non ha dubbi:
“Rispetto ne abbiamo sicuramente, paura di nessuno però. Noi siamo il Palermo, se abbiamo paura, dobbiamo andare a casa. Questa è una partita di calcio“.
In merito al dualismo con Martin-. “Io so quanto è forte, secondo me possiamo giocare insieme, basta sapere in che ruolo dobbiamo giocare entrambi e cosa il mister vuole da ognuno di noi due”.
Sul futuro delle prossime gare: “Dobbiamo gestire meglio le partite, fare più possesso palla, non andare sempre in verticale, dobbiamo sicuramente crescere ancora un po’ in questo, nonostante il risultato finale conti“.
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