I giudizi si danno alla fine di un percorso e su questo, siamo tutti d’accordo. Ma dopo 6 giornate di campionato e altrettante 6 vittorie convincenti, eccetto forse la trasferta di Messina (0-1 ‘Ficarrotta) un pensierino a mister Pergolizzi possiamo pure farlo, nel giorno del suo 51° compleanno.

Anzitutto, vorrei partire dalla preparazione estiva, anzi, ancor prima dalla sera in cui si sospettava già un suo arrivo a Palermo, accompagnato da un’ondata di scetticismo non comune. Quella sera, sicuramente nessuno poteva sospettare che i rosanero, dopo 6 giornate di campionato potessero essere lì, in testa alla classifica e per di più senza faticare. Quella sera, tutti studiavano il passato, che raccontava di un allenatore finito e il cui ultimo trionfo risaliva proprio con la primavera del Palermo nel 2009; quella squadra dei “fenomeni”. Nessuno poteva immaginare questo presente, che racconta invece di una squadra al comando, autorevole, consapevole.

Abbiamo dato tanto spazio ai giocatori, a quelli che stanno facendo la differenza e a quelli che stanno facendo un pò meno bene, ma nessuno forse sta regalando spazio al mister, quello spazio che meriterebbe, per quanto fatto veder fino ad ora. Perche tutto questo? Forse tutto era dato per scontato, forse questi giocatori così bravi “Li alleno bene anche io” direbbe un medio tifoso. Ed è così, prevale la superficialità, senza sapere talvolta il gran lavoro che c’è dietro. Allenare una squadra forte è un vantaggio indiscutibile, ma saperla mantenere umile no, lì c’è lo zampino di un ottimo allenatore.

Le parole di questo signore in conferenza stampa pre e post gara, sono di qualità, per chi le ascolta bene. Mai nulla di scontato, traspare una mentalità seria, vincente, quello che ci vuole insomma. Duro, al momento giusto, perchè se non “hai le pa***” è vero che non puoi giocare a calcio, ancor di più un calcio di serie D, dove gli attributi contano forse più della qualità. C’è poi chi si lamenta del gioco, ma quello che abbiamo visto fino ad ora, in gran parte, è un calcio gradevole, a tratti anche divertente.

In ultima analisi: sedersi in panchina con un tutore e il tendine d’achille andato, penso sia lodevole e abbia trasmesso alla squadra valori umani, di sacrificio e spirito di gruppo.Tutto questo non era scontato con una squadra che difatti non esisteva nemmeno, volevamo soltanto farlo presente ai più distratti.

Nel giorno del suo compleanno, caro mister, noi ti riserviamo il nostro spazio..

con affetto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui