Ci sono storie che sembrano un film, ma che ahinoi, sono la nuda e cruda realtà. E’ il caso di Alì, ragazzo di 27 anni libico, arrivato in Italia miracolosamente e senza la sua famiglia, uccisa da un gruppo armato della Libia.

Come racconta lui stesso nell’Intervista rilasciata a Dario Piccolo de “LaRepubblica”: “È stato un giorno terribile. Ho trovato mamma e papà a terra. Mio fratello maggiore perdeva sangue, era sotto il letto. È morto due giorni dopo. E poi c’era mia sorella, più piccola – racconta con voce rotta, lasciando immaginare le violenze subite anche da lei – Sono come impazzito, ma ero solo contro tutti. Erano uomini di uno dei gruppi armati nati dopo la caduta di Gheddafi. Volevano soldi da mio padre, ma lui non ne aveva. Mi hanno accoltellato al petto – racconta sollevando la maglietta e mostrando con il dito la cicatrice – Sono stato in coma, in ospedale, un mese e sette giorni”.

Arrivato in Italia grazie all’interessamento di un amico del padre deceduto, Alì prima sbarca a Pantelleria, ma dopo diversi viaggi viene trasferito definitivamente a Marsala. A interessarsi a lui è Erino Licari presidente del PetrosinoMarsala Black Stars, squadra formata da ragazzi provenienti dai paesi africani.

Alì lo definisce il suo “papà bianco” per tutto ciò che ha fatto per lui. Dopo vari percorsi nel dilettantismo trapanese, Alì conosce un ragazzo libico sul campo che gli riferisce che la sorella, di cui ha perso i contatti, in realtà è viva.

Grazie al professore Licari riesce a vederla, ottenendo un incontro in Gambia. Coronando dunque il sogno più importante: rivedere la sorella che aveva lasciato in quella casa del terrore, impaurita e indifesa e con la consapevolezza di non poterle dare aiuto.

Oggi Alì ha vinto il campionato di terza categoria con la squadra formata dai ragazzi provenienti dal continente nero, una vittoria che ha un valore molto più grande: un valore di riscatto sociale. A “Capitan Iniesta” come soprannominato dai compagni, non resta che mettere a segno l’ultimo gol, ovvero – come scrive Lupo -, quello di riportare in Italia la sorella grazie all’aiuto del papà italiano Licari.

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