Di Manuele Nasca

Sono loro gli ultimi due protagonisti della panchina rosanero che nel giro di un anno hanno dovuto far fronte ai grattacapi del patron Maurizio zamparini. Non certo nuovo a situazioni del genere.

L’ormai ex allenatore Bruno Tedino ha cercato, nella stagione che non ha condotto a termine e in questo piccolo spezzone di campionato nel quale era stato richiamato, di scolpire il suo credo calcistico nella mente dei calciatori a sua disposizione, prediligendo un gioco aggressivo, in sintonia con la grinta che lo contraddistingue. Velocità e qualità, queste le due parole chiavi; il pallone deve correre più veloce dei giocatori in campo, un amante delle verticalizzazioni, ma anche del gioco sulle fasce, un gioco di matrice sacchiana avremmo detto facilmente negli anni 90’, sarriana oggi. Un gioco mai totalmente espresso, nonostante l’impegno e la dedizione con cui sempre ha portato avanti il suo lavoro, causa una squadra troppo debole per esprimere al meglio le richieste forse troppo ardue di un allenatore ambizioso, un’identità mai trovata che ha portato all’esonero di due giorni fa. Esattamente come al tramonto della passata stagione, viene richiamato l’ex Frosinone Roberto Stellone, ma, questa volta, il mister avrà più tempo a disposizione, salvo ripensamenti del presidente, per mettere in pratica le sue idee sul campo. Grinta e una linea  di pressing protesa verso la trequarti avversaria, gioco verticale ed essenziale, senza troppa filosofia o elaborazioni strane. Gioco semplice ma efficace. L’avventura di Stellone comincia ufficialmente con il primo allenamento di oggi in vista dell’importante, anche se ancora lontana, partita casalinga contro il Crotone, che molto ci potrà dire per il futuro di questo allenatore. Spinto per di più dalla stima dei tifosi che lo hanno sempre apprezzato per quel poco, ma quasi glorioso, ultimo spezzone di campionato scorso. 

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