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Non è allarmismo ma semplice constatazione dei fatti. Il discorso è complesso ed anche delicato. Il Palermo non ha fondi, non ha soldi e ne ha bisogno. Questo è un dato di fatto, certificato anche dalla società di revisione del bilancio “…evidenti difficoltà per far fronte alle obbligazioni in essere a partire dal mese di gennaio 2019…. Riteniamo che siano indispensabili nel breve periodo nuovi interventi di sostegno da parte dell’attuale azionista di riferimento o di eventuali nuovi soci o un anticipo del credito verso Alyssa rispetto alle scadenza concordate“.(Baker Tilly Revisa).

Praticamente la società di revisione avverte: o Zamparini vende o mette soldi freschi. Il patron a sua volta ha detto diverse volte di non avere più disponibilità economica, quindi deve vendere. Il Palermo ha bisogno di una nuova società con soldi pesanti. Perché? Perché deve finire il campionato, deve vincerlo e respingere l’assalto delle inseguitrici.
Brescia, Verona, Lecce e Benevento probabilmente al mercato di riparazione si potenzieranno anche perché i veneti ed i campani possono contare sul paracadute e Cellino, (presidente Brescia) , è uomo ambizioso e di esperienza. Visto che si trova tanto in alto, non si lascierà scappare l’occasione e probabilmente potenzierà la squadra. E il Palermo? Il Palermo, in atto, non solo non può comprare nessuno, ma sarà costretta a vendere per continuare la stagione (lo dice Baker Tilly). Almeno in questo momento, se non interverranno nuovi o vecchi investitori. Vendere significa privarsi dei pezzi migliori per fare cassa, quindi monetizzare con i pezzi “pregiati” che sono i vari Nestorovski, Chockev, Jajalo. Gli unici che possono portare soldini. Perché senza liquidità bisognerà per forza trovare le risorse per chiudere la stagione. E se non dal parco giocatori, da dove possono arrivare questi soldi? Ecco perché urge una nuova società, perché senza di essa si rischia la A, con tutte le conseguenze funeste del caso.
Da più parti si legge che di fronte ad offerte importanti, in questo momento il Palermo non potrebbe dire di no. E poi che succede se sostituisco Nestorovski con un giovane promettente di serie C o di un mediocre campionato estero? Ecco perché, al di là delle battute sugli inglesi, il loro trasformismo e la loro evanescenza, serve una società forte e stabile. Che si chiami Sport Capital group, Follieri, Tizio o Caio o Zamparini 2.0, non importa. Ma qualcosa deve succedere, altrimenti si rischia molto, moltissimo.
Con affetto, Carlo Cangemi

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