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Oggi abbiamo pubblicato un articolo a mio avviso molto importante perché dovrebbe servire a far riflettere. Un’intervista ad una tifosa palermitana che vive lontana dalla nostra città ma che ha una passione decisamente superiore alla media di chi vive a Palermo. Probabilmente saranno anche la lontananza e quindi quella privazione che aumenta il desiderio, come avrebbe detto la psicoanalisi. Ma non è questo su cui voglio soffermarmi. Riporto i passaggi più significativi perché su quelli poi vorrei riflettere

“… avevo 20 anni, mi sono sposata e mi sono trasferita nel paese di mio marito. Il distacco è stato difficile, ricordo che pregavo Santa Rosalia di darmi la forza di lasciare la mia città.

9 anni fa a mio marito è stata diagnosticata una malattia genetica ..da quando lui si è ammalato non possiamo più uscire insieme, non possiamo fare neppure una passeggiata, … Sembrerà strano… mi sono aggrappata in una maniera incredibile al Palermo…. Dio da un lato mi ha tolto tutto, la felicità che avevo in famiglia ed il divertimento, dall’altro però mi ha riavvicinata di più a mio marito, ai miei figli ed al mio Palermo!
Il Palermo è molto importante per me, mi dà la forza per andare avanti.

Mi ha fatto trovare tante amiche …sento di far parte di una famiglia palermitana.
Delia Romano (gruppo fb “Amiche e Tifose Rosanero”) ha pensato bene di regalarmi una bandiera. Ogni volta che il Palermo gioca in casa mi chiama al telefono, io ed Alessandro ci facciamo trovare pronti e per qualche minuto respiriamo l’aria del Barbera. Una vera felicità per me ed il mio piccolino perché ci sentiamo a casa, nella nostra amata Palermo.

Quando il Palermo perde per me è un dramma….sono i miei colori, è la mia gioia ed anche il mio dolore perché per ora non posso tornare.
Sono 5 anni che non torno più e mi manca tutto della mia città. Vorrei scendere nuovamente nella mia città, entrare al Renzo Barbera, non chiedo molto, solo due ore…”.
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Cosa traspare da queste parole? Grandissima passione e grandissimo amore per i colori rosanero. Qualcosa che raramente si riesce a trovare con tanta intensità. E mi sono chiesto: ma i signori del calcio (a livello mondiale) , sanno quanta passione, quanta emozione possono provare i tifosi? Ne sono consapevoli? Presidenti, amministratori, procuratori, faccendieri vari, quelli che guardano il calcio solo come un business e nient’altro, sanno quanto possono generare dolore e amarezza? Sicuramente no, perché se hanno ridotto il calcio a qualcosa di volgare pensando soltanto ad un sistema con cui lucrare, guadagnare e speculare, evidentemente hanno perso di vista la passione del tifoso. Quella vera, pura, genuina come quella della nostra amica Cecilia, a cui mando un simbolico abbraccio e rinnovo l’invito ad incontrarci a Benevento.
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