Un palerminicidio perfetto, o quasi. In questi giorni di angoscia sportiva per il popolo rosanero questa frase riecheggia dentro le mie orecchie. Una parola sinistra, che richiama alla mente uno dei delitti più odiosi al mondo: il femminicidio.

A renderla ancora più inquietante il fatto che a pronunciarla sia stato Fabrizio Lucchesi, durante la cena tenutasi per la premiazione dei vincitori dei pronostici Ussi lo scorso 18 giugno:
“Zamparini ama in modo ossessivo il Palermo, esattamente come quegli uomini che non vogliono lasciare una donna e pur di non perderla preferiscono commettere un femminicidio. Lui farà un palerminicidio.”

Era una cena informale e la presenza del Direttore Generale del Palermo Calcio era in rappresentanza della società e quindi niente domande “scomode”. Anche se la lingua mi prudeva. E lui, toscanaccio di Empoli, parlava e cianciava simpaticamente, raccontando dei debiti lasciati da Zamparini. “Una montagna – assicurava – che i neo filantropi Tuttolomondo stavano cercando di ripianare con mille difficoltà.”

“Ma loro sapevano di questa situazionela domanda più ovvia uscì prima che potessi fermarla – perché hanno voluto a tutti i costi acquistare il Palermo?” Dribbling degno del più grande fuoriclasse di calcio e domanda elusa.

Attueremo una strategia di contenimento dei costi, troppi soldi sperperati da anni di gestione scriteriata e daremo un taglio netto al passato”. Giusto, anzi giustisssimo: “Scusi Dott. Lucchesi e cosa ci fa ancora la De Angeli all’interno della società?” Altro dribbling, altra domanda sviata. E poi, dai su finiamola, stasera c’è la premiazione,

“Diamo fiducia – affermò Lucchesi – Salvatore Tuttolomondo è un caterpillar, uno che sa il fatto suo ed asfalta tutti con le parole. Speriamo che ci iscriviamo.”

Speriamo che ci iscriviamo? Che significa speriamo che ci iscriviamo?

Panico, ma la vita personale mi costringe a prendere una pausa, il 25 giugno ci sarà un evento importante per la mia famiglia. Mai e poi mai avrei immaginato di trascorrere la vigilia di questo giorno importante con il fiato sospeso per una fideiussione mai emessa e che doveva essere consegnata entro la mezzanotte presso la lega di serie B.

Si sono permessi di prendere in giro, nella maniera più bieca possibile, una città intera e un dirigente del Palermo mandato prima a Roma e poi a Milano ad attendere una fantomatica fideiussione che, come ben sappiamo, non è mai arrivata ed è stata emessa a quanto pare solo ieri. Il garante è tale Benedetto Mancini ex presidente del Latina – fallito – nel periodo in cui Fabrizio Lucchesi era direttore generale.

La storia professionale di Lucchesi è a dir poco agghiacciante. La speranza di tutti è che sia il medico chiamato al capezzale del malato per guarirlo e non per staccare la spina del respiratore: Pisa, Latina, Lucchese, lo sapeva il buon Rino Foschi messo ai margini e poi allontanato. E lo sapeva bene la signora Daniela De Angeli, il braccio lungo di Maurizio Zamparini, la sua fedele amministratrice sin dai tempi del Venezia.
Già il Venezia, forse in pochi sanno che l’amabile signora aveva chiesto un aiuto economico al presidente veneziano Joe Tacopina. Sa troppe cose Tacopina, fin da subito era apparso troppo sicuro di sé. Adesso è tutto spaventosamente fin troppo chiaro.

Da Venezia non hanno dubbi sulla regia di questa ignobile sceneggiata e scrivono:
Alla luce di ciò che è accaduto possiamo facilmente affermare che Zamparini ce l’ha fatta pure stavolta a uscire pulito, così come con noi molti anni fa ha usato la stessa strategia:
– società piena di debiti
– fai una vendita a dei prestanome (che nulla hanno da perdere e che avrai in qualche modo retribuito);
– fai saldare solo le pendenze con l’erario sapendo bene che sono le uniche con risvolti penali;
– fai comparire società fantasma o broker a cui scaricare colpa mancati pagamenti ed iscrizioni;
– procedi ad un fallimento pilotato con i tuoi prestanome;
– esci pulito;
Un delitto già sperimentato purtroppo già da noi….ASPETTIAMO ANCORA QUALCUNO CHE CI DICA “ SE RESTAVA ZAMPARINI….”

Noi non abbiamo prove per sostenere questa inquietante tesi, certo le similitudini lasciano spazio a dubbi più o meno ragionevoli. Sarà compito della Magistratura accertare le responsabilità di questi soggetti, della famiglia Tuttolomondo, di Albanese, di Lucchesi, l’unico ad aver incassato il 50% del corrispettivo di Maggio, pari a circa 11.000 euro, ad oggi infatti gli stipendi ai giocatori non sono stati pagati.

E mentre Roberto Bergamo e Fabrizio Lucchesi hanno già lasciato Palermo e dubitiamo tornino visto l’aria troppo calda che si respira in città, si dovrà decidere al più presto delle sorti del club, i dipendenti del Palermo Calcio rischiano il posto di lavoro, tutto l’indotto subirà danni incalcolabili e si dovrà decidere in fretta per non rischiare di rimanere fermi per un anno, come già accaduto nel 1986.

La morale di questa storia è che Palermo colonizzata da millenni deve rialzare la testa, non deve più permettere a nessuno di farla da padrone nella 5ª città d’Italia, dove gente come lo Zamparini di turno prende, fugge e lascia solo macerie dietro di sé.
Smetterla per sempre di stendere tappeti rossi a chi si proclama salvatore della patria, ai Salvatore Tuttolomondo del momento, tutto chiacchiere ed arroganza che sfida e proclama:
“Giudicateci dai fatti”

I fatti vi hanno giudicati, impietosamente!

3 Commenti

  1. Da Venezia c’è una ricostruzione dei fatti dell’epoca che è adir poco incompleta: la Società fu lasciata a Dal Cin. Non credo avesse chissà quali debiti visto che riuscì a giocare regolarmente altri due campionati. Ah, Dal Cin era Presidente della Reggiana quando fallì e ha nel suo passato una condanna per bancarotta fraudolenta…

    • Ricordate che qualsiasi giudizio dato su Zamparini da Venezia è leggermente condizionato dal fatto che si sono un pochino offesi nel 2002 per il famoso travaso. Però non mi sembra che all’epoca qualcuno a Palermo si sia indignato…

  2. Auguro gli arresti domiciliari a vita per il mercante friulano ed ai quei conigli imbroglioni di arkus il fallimento di tutte le loro società.

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