Tredici anni, positivo, da solo al Covid hotel e papà in videochiamata.
Non ha più la mamma e il padre è in ospedale. Lezioni sul tablet poi tv e smartphone.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.

«Come va?». «Bene», allarga un sorriso Michele, 13 anni (il nome è di fantasia). Da una decina di giorni la sua casa è una stanza del Covid hotel di via Messina Marine. Contagiato dal coronavirus, è finito qui quando il padre con cui vive si è contagiato ed è stato ricoverato all’ospedale Cervello. Il ragazzino non ha più la mamma e non c’erano altri parenti che potessero offrirgli un ambiente sicuro in cui trascorrere la quarantena.
Inizia così l’articolo di Claudia Brunetto e Giorgio Ruta, che raccontano la storia di questo ragazzino di 13 anni che ha coinvolto diverse istituzioni di Palermo e che alla fine è stato portato al San Paolo Palace, da tempo riorganizzato come Covid Hotel, dove trascorrere l’isolamento.

Il giovane non ha perso il buon umore, ha una camera tutta sua, il bagno, la tv e cerca in tutti i modi di combattere la noia.
Al San Paolo Palace è diventato una mascotte, è la prima volta che c’è un ospite minorenne senza genitori. Di bambini ne hanno visti tanti da quando è scoppiata la pandemia, ma mai da soli, si legge nell’articolo.
Attivata la didattica a distanza, trascorre molto tempo con lo smartphone, in attesa di tampone negativo e il via libera ad uscire. Poi andrà a casa di alcuni parenti in attesa che anche il papà possa guarire. Intanto si sentono giornalmente per telefono ed in video chiamata.

Il caso di Michele, adesso, sarà preso in carico dagli assistenti sociali del Comune. Cinzia Indorante, delle Attività sociali, che fa parte del gruppo interistituzionale Tutela minori, ha già preso contatti con la psicologa del San Paolo che segue il ragazzo dal primo giorno (d.ssa Di Leonardo, Asp Palermo – ndr), scrivono Brunetto e Ruta.
Il caso del 13enne ha sollevato un problema nel caso di genitori positivi e ragazzi da collocare altrove: la Regione sta lavorando su questo aspetto, avere a disposizione luoghi sicuri dove ospitare i bambini che si trovino in questa situazione .

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