Palermo

Lontani a guardare la classifica, vicini ad osservarla. E’ la particolare storia tra il Palermo e il 4° posto in classifica, una storia nuova e anche un po’ più affascinante rispetto a quella che vedeva i rosanero giù nell’abisso. Una storia e una strada, più che percorribile se non fosse per alcune buche in mezzo, ostacoli che da qui a metà Febbraio la banda di Boscaglia dovrà cercare in tutti i modi di evitare.

Osservare oggi attentamente la classifica, vuol dire accorgersi che tra la quarta in campionato e l’undicesima, ci sono appena 4 punti. Nel breve termine, questo significa che con 2 vittorie i rosanero sarebbero nuovamente nei piani alti della classifica, che Boscaglia tornerebbe ad essere un fenomeno e che la squadra diventerebbe nuovamente quella adatta, tagliata, per questo difficile torneo (scusate, ma l’attacco lieve non riesco ad ometterlo).

Ma se nel prossimo futuro basterebbero come già scritto due vittorie per fare tutti felici e contenti, nel lungo termine, li dove si distinguono i cavalli da battaglia, servirà molto di più. Poniamo infatti, come probabile che sia a questo punto, che la classifica dalla 4° all’11° posizione rimanga di questa natura: intensa e con tantissime squadre raccolte in pochissimi punti. Cosa servirà in futuro per arrivare almeno al 4° posto? Volendo anche poca roba nel senso che basterebbero, in questa situazione di classifica, pochi risultati utili consecutivi conditi più che altro da vittorie, per spostare l’equilibrio a proprio favore, e volare.

Non era mia intezione provocare questo gioco di parole, ma tant’è: equilibrio, ciò che manca ai rosanero. Già perchè questo, non serve solo a vincere la partite, bensì anche a pareggiarle. E credetemi, quanto saranno importanti quei punticini a primo impatto squallidi…

Tantissimo. Capire i momenti, capire che quando non si può vincere, si deve pareggiare. Un punto può spostare un equilibrio simile in quella zona nevralgica del Girone C. Certo, non diventi un’abitudine: il Palermo andrà in campo sempre per vincere, ma è al 75° di un match sporco che si può cambiare idea, con saggezza. Punti e “punticini”, per arrivare in alto, per evitare quella buca al 90′, soltanto sfiorata.

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