Bancarotta, altro colpo per l’ex patron del Palermo e il fratello.
A tradirli un’intercettazione al figlio di Salvatore.

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.

Di quegli immobili aveva parlato al telefono, tradendosi, il figlio di Salvatore Tuttolomondo. È scattato un sequestro di beni da un milione e 100 mila euro nei confronti dell’imprenditore e del fratello, Walter, nell’ambito dell’inchiesta per bancarotta fraudolenta che aveva inghiottito, col crac del gruppo Arkus, anche la vecchia gestione del Palermo calcio.
Inizia così l’articolo di Vincenzo Giannetto che riprende le intercettazioni attraverso cui le Fiamme Gialle hanno posto sotto sequestro otto immobili della “Immobiliare Ponte Nona 2004 srl“.

I pm Scaletta e Fusco hanno chiesto ed ottenuto dal Gip Jannelli il sequestro preventivo degli immobili riconducibili ai fratelli Tuttolomondo.
Intercettato il figlio di Salvatore Tuttolomondo, Riccardo, che nel giorno in cui il padre veniva arrestato diceva: “Papà mi aveva accennato di una vendita in blocco eventuale di appartamenti Ponte Nona… tramite una persona… Fare un po’ di liquidità… Ma i piani terra di Ponte Nona, invece, che catastalmente sono accatastati come appartamento però in realtà non c’è stata nessuna sanatoria…“.
E l’interlocutore rassicurava: “Sono accatastati come appartamento, si possono vendere benissimo… Si fa quando c’è l’atto di vendita“.

Dopo l’arresto dei fratelli Tuttolomondo, in famiglia scatta l’allarme e viene anche intercettata la compagna di Walter, sempre in merito agli appartamenti. All’interlocutore gli dice: “…io sabato ho quattro, cinque appuntamenti là a Ponte di Nona, se io dovessi vedere qualcuno che vuole fare una proposta io gliela faccio fare pure più bassa”. La signora risponde: “Ma io penso proprio di sì al punto in cui siamo… prima che si portano via tutto”.

Non sapevano che i finanzieri erano già su quelle tracce che, ora, hanno portato al sequestro, scrive Giannetto in conclusione di articolo.

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