Dall’inizio dell’emergenza, duplicate le cifre dei tamponi fatti alle stesse persone. I malati sono 150, non 800.
L’assessore scoprì l’anomalia a maggio, solo ora la verità.Troppi divieti? “No, per noi contavano i ricoverati”.
Errori, silenzi, sospetti. Un falso lungo tre mesi che ha gonfiato l’allarme virus in Sicilia.
Sin dall’inizio duplicate le cifre dei tamponi fatti alle stesse persone. A maggio Razza si accorge dell’anomalia. Parte l’indagine, ora la verità.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

Il dato positivo — inequivocabilmente, fortunatamente positivo — è che il numero dei siciliani contagiati è molto più basso di quanto la Regione comunicava fino a un paio di giorni addietro: 150 attualmente infetti — 21 ricoverati, 5 in terapia intensiva, gli altri in assistenza domiciliare — a fronte degli 805 dichiarati nell’ultimo bollettino, risalente a mercoledì scorso
Inizia così l’articolo di Emanuele Lauria che sottolinea il clamoroso errore nei conteggi che hanno riguardato le ultime settimane di epidemia in Sicilia. Ed è una storia che non comincia a desso se è vero che già a maggio l’assessore Razza aveva mandato un commissario per l’emergenza Covid all’Asp di Catania. E ci si accorge che qualcosa nei calcoli pare sbagliata.
Il punto che adesso si pone è se i provvedimenti presi dal Governo Regionale non siamo stati troppo severi alla luce della scarsa diffusione del virus sull’isola.
“A causa del conteggio sbagliato si è determinato un allarme sovradimensionato che ha portato alla paralisi delle attività commerciali, con provvedimenti drastici di chiusura che in Sicilia sono andati anche al di là di quelli indicati dal governo nazionale“, dicono dal Pd.
L’assessore Razza replica: “Tutti i provvedimenti sono stati adottati sulla base di altre cifre non viziate da errori, quelle sul numero giornaliero dei nuovi casi e sui ricoveri. In ogni caso, aspetto una relazione dettagliata dall’Osservatorio epidemiologico. Chi ha sbagliato pagherà“.
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