Cosa accadrà dopo la fine dell’emergenza? E’ la domanda che milioni di italiani si stanno facendo in questi giorni.
Lo smart working è stata la modalità a cui sono ricorse tutte le aziende pubbliche o private durante la crisi epidemica al fine di ridurre gli assembramenti sui luoghi di lavoro.
A causa del lockdown sono stati 8 milioni gli italiani che hanno lavorato da casa. Un incremento notevole se si pensa che prima erano solo circa 500mila. Una modalità che, peraltro, gli italiani hanno dimostrato di apprezzare, visto che più del 60% vorrebbe proseguire l’esperienza una volta terminata l’emergenza epidemica.
Ma cosa avverrà a emergenza finita? Molte aziende si stanno interrogando su come cambierà il mondo del lavoro dopo il Covid, e alcuni “giganti” come Twitter e Facebook hanno già deciso di continuare con lo smart working anche nel post-covid

Intanto, i protocolli sanitari e l’INAIL continuano a raccomandare lo smart working, che consente di evitare o ridurre i rischi di diffusione del contagio sui luoghi di lavoro.
Per l’Amministrazione Pubblica questo tipo di organizzazione lavorativa consente maggiori risparmi da parte delle amministrazioni e ad una migliore sostenibilità in termini di impatto ambientale, ha dichiarato la ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, che dichiara inoltre di voler “incrementare il ricorso al lavoro agile non solo aumentando la percentuale minima del personale, che a norma vigente è pari al 10%, ma soprattutto prevedendo che ciascuna amministrazione, individuate le attività cosiddette smartabili, attivi la modalità agile ad almeno la metà di esse”.

L’art. 90 del Decreto Rilancio prevede che, “fino al 31 luglio, i genitori lavoratori dipendenti del settore privato, con almeno un figlio a carico minore di 14 anni, hanno diritto al lavoro agile, a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione e che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, nei casi di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa, o che non vi sia un genitore non lavoratore”.
In ogni caso, lo smart working potrà essere utilizzato fino alla cessazione dello stato di emergenza e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2020.
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