Palermo Nocerino

Antonio Nocerino continua la sua chiacchierata social con Alberto Pelagotti parlando di Palermo, e delle sue esperienze passate in Italia.

“Ho deciso di venire a Palermo quando ero alla Juve dopo l’anno in B. La Juve voleva Amauri, e Zamparini voleva me e Giovinco, però la Juventus non voleva lasciare Giovinco. Io all’inizio volevo giocare le mie carte alla Juventus, poi ho iniziato ad informarmi un po’ sul Palermo, la squadra, e dopo un po’ che ho parlato con Liverani e altri giocatori che erano lì non ho più avuto dubbi, e ho accettato subito”.

“Lasciare Palermo mi ha fatto malissimo. Sono andato in ritiro con Pioli, iniziavamo un nuovo percorso e volevo rimanere, avevo detto al Presidente di rimanere a vita, non mi importava del contratto. Io volevo chiudere la carriera a Palermo, con mia moglie stavamo da Dio. All’inizio non volevo andare via, poi il Presidente decise di vendere tutti piano piano, e all’ultimo io ho saputo che mi avevano venduto al Milan e ci sono rimasto male perché non ho potuto salutare la gente e le persone con cui ho lavorato per anni.”

“Con Balzaretti vogliamo organizzare una partita per venire lì a Palermo e salutare la gente come non ho mai potuto fare, quindi mi piacerebbe farlo. Io torno in Italia per fare il corso di Uefa A, adesso sto aspettando appena ci sarà la possibilità, appena tutto passa”.

Prima della finale di Coppa Italia la iniziamo a preparare, e Palermo era tutto rosanero. I palazzi erano tutti adornati di rosanero, in allenamento sembrava di stare durante una partita, e già iniziavamo a percepire quello che sarebbe successo a Roma a livello di tifo. Quando sono entrato in campo per il riscaldamento è stato una cosa allucinante: ho provato un grande orgoglio per aver portato 45.000 palermitani a Roma. Lì sono stato molto orgoglioso per quello che abbiamo fatto”.

“All’inizio di quella finale potevamo veramente vincerla, poi l’Inter aveva Eto’o e altri giocatori del genere… noi ce la giocavamo sempre con tutti, ma con l’Inter perdevamo sempre. Loro erano la nostra bestia nera”.

All’inizio il rapporto con Zamparini era eccezionale, poi non l’ho più capito. Alla fine ho visto che aveva distrutto il giocattolo. Dopo la finale di coppa dicevamo a Delio Rossi di restare, prendere due giocatori forti, e arrivare in Champions ogni anno. Un po’ mi dispiace ma non per quello che ha distrutto, ma per quello che hanno dovuto pagare gente comune che non si vede, magazzinieri, fisioterapisti”.

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