Brescia Cellino

Cellino risponde alle accuse e a chi non vuole guardare in faccia la tragedia
Il presidente del Brescia è durissimo: «Questa è la peste. La stagione finisce qui. Pensiamo alla prossima. Lotito vuole lo scudetto? Diamoglielo, è convinto di avere una squadra imbattibile» E poi aggiunge: «Si è giocato per un terzo del campionato, tagliamo un terzo di tutto»
«Ma quale ripresa, ma quale stagione da concludere, io penso all’anno prossimo, solo a quello. La coppa, lo scudetto… Lotito lo vuole, se lo prenda. È convinto di avere una squadra imbattibile, lasciamogli questa idea»

“L’Europa non esiste: è la stessa che ci ha chiuso i confini dopo i nostri primi morti e adesso dice che siamo un esempio.
Ho acquistato 15 respiratori per donarli a Cagliari. Mi hanno chiesto 25 mila euro quando di listino costavano 2500, 3800 dollari.
Sulla storia degli staff di Grosso e Corini non è stata detta la verità. Due su cinque hanno risposto. E poi non erano tecnici.
Sono sardo, ho vissuto all’estero. Ma idealmente mi sento bresciano. Gente che soffre in silenzio e non chiede, vuole solo tornare a lavorare”

Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola

L’intervista esclusiva di Ivan Zazzaroni con il presidente del Brescia Cellino di cui vi riportiamo qualche passaggio:
“E mi volete parlare di campionato, di scudetto? Non me ne frega un cazzo… Ho paura ad uscire di casa, mi sta venendo la depressione…
Non bisogna pensare a quando si ricomincia, ma se si sopravvive. E se parliamo di calcio, tutto deve essere spostato alla prossima stagione. Realismo, signori. Questa è la peste. E poi avete letto o no il comunicato dei tifosi della Lombardia? Non vogliono che si riparta. Lo vietano loro, non la federazione. Prima la vita. La vita, cazzo. Ci sono ultrà che portano l’ossigeno agli ospedali, altri che piangono i loro morti, altri ancora intubati. Non si può più giocare quest’anno. Si pensi al prossimo. Qualcuno non si rende ancora conto di quello che sta accadendo, e quel qualcuno è peggio del virus. Io non credo ai miracoli, ho smesso di farlo tanto tempo fa. Resettiamo. Quante partite si sono giocate? È un terzo del campionato. La stagione è andata, se qualcuno vuole questo scudetto maledetto se lo prenda pure. Chiuso. Finito.

Io sono sardo, come lo era Gianni Mura, una perdita grave per la nostra cultura, ho vissuto e lavorato in Inghilterra, negli Stati Uniti, ma adesso mi sento idealmente bresciano. Ammiro i lombardi, il loro rigore, un’indiscutibile integrità morale, torneranno a essere il motore del Paese perché hanno un fortissimo senso del dovere e una dignità a prova di bomba. L’altro giorno ho chiamato un amico dirigente dell’Asl di Cagliari, piangeva perché non ha né strutture, né mezzi. Ed è a corto di mascherine. Ai 180 posti in terapia intensiva della Lombardia la Sardegna risponde con dieci. Ho comprato quindici respiratori e li ho spediti a Cagliari. C’è gente che in tempo di guerra, perché questa è una guerra, specula anche su strumenti necessari. Mi hanno chiesto 25mila euro per un respiratore che di listino viene dai 2.500 ai 3.800 dollari”.
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