I cellulari potrebbero essere un mezzo di controllo per gli spostamenti della popolazione. La situazione Coronavirus in Italia sta assumendo aspetti emergenziali che il Paese non aveva mai affrontato prima d’ora, e per tale ragione potrebbero essere adottate misure ancor più drastiche.

Una di queste rappresenta il controllo degli spostamenti dei cittadini attraverso l’aggancio dei cellulari in differenti celle telefoniche. Ma in tal senso le regole sono molto stringenti.

Andrea Jelinek, presidente del Comicato Europeo per la Protezione dei dati, ha affermato che il Regolamento europeo (Gdpr) “non ostacola le misure prese nella lotta contro la pandemia”, però “anche in questi tempi eccezionali, il responsabile del trattamento dei dati deve garantire la protezione dei dati personali degli interessati“.

Per questa ragione i dati di localizzazione ottenuti dai telefoni devono essere convertiti in maniera anonima e senza alcuna possibilità di rintracciare i dati personali del cittadino a cui appartengono.

Se gli Stati adottassero misure ancor più emergenziali atte a tutelare la sicurezza pubblica, allora potrebbero far valere l’articolo 15 della direttiva europea, purché sia concesso al cittadino delle adeguate misure di tutela, come la possibilità di fare ricorso.

Ad aprire questa possibilità è stato Giulio Gallera, assessore al Welfare della Lombardia, affermando che “il 40% delle persone a Milano ancora si muove”, e che con l’aiuto degli operatori della telefonia hanno potuto scoprire quante persone si muovevano da cella a cella.

Tutto finora è stato svolto in maniera totalmente anonima nel rispetto dei dati personali e della privacy, ma altri scenari non sono da escludere in un futuro nemmeno troppo prossimo.

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