“Per colpa dello scandalo del 2006 ho lavato via il bianconero dal cuore. Il mio idolo rosanero era Gianni De Rosa’’.

Questa mattina un caloroso pubblico ha accolto Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, al cinema Rouge et noir di Palermo. Il popolare conduttore, narratore e attore palermitano è tornato nel capoluogo per presentare “…Che Dio perdona a tutti”, il suo primo romanzo.

“Un capolavoro letterario – ha spiegato lui stesso – che nasce inizialmente come soggetto di un film, e che è stato poi messo da parte, fino a quando la Feltrinelli non mi ha contattato e proposto di scrivere un libro. Lì mi son detto ‘Ci voglio provare!’”. 

Il libro nasce come una forma di resistenza («nel senso di un’idea che ha resistito al tempo e vede la luce»), da vari spunti personali («come per esempio la dipendenza dalla ricotta»), ma soprattutto da un dubbio comune: «Perché, quando le cose vanno bene, è sempre grazie a Dio, e quando invece vanno male non è mai per colpa di Dio?>>

Alcuni stralci del libro, gentilmente concessi dalla Feltrinelli..

’’Il primo serio intenso e vero colloquio con Dio avvenne quando ero ancora bambino, il 5 luglio 1982. Al termine del secondo tempo della partita Italia-Brasile dei mondiali di calcio in Spagna. Al Brasile bastava anche un pareggio per andare in semifinale, l’Italia doveva vincere. Sembrava un’impresa impossibile, perché la squadra sudamericana schierava alcuni tra i migliori giocatori che Brasile abbia mai avuto: Cerezo, Falcao, Socrates, Zico..’’

La storia…

Arturo è un trentacinquenne, ancora single e di lavoro fa l’agente immobiliare. Il suo principale obiettivo nella vita è mantenere immutato lo stato delle cose. Un tradizionalismo passivo. La sua passione più importante e irrinunciabile è il cibo: famoso per la sua testardaggine gastronomica, gli amici spesso si fanno il segno della croce quando al ristorante è il suo turno di ordinare. Arturo ricambia la loro tolleranza, offrendosi come portiere per le partite di calcetto.

Questa è la sua routine, fino al giorno in cui, come nei migliori romanzi favolistici, entra in scena lei: la figlia del proprietario della pasticceria che fa le iris più buone di Palermo, il dolce preferito di Arturo. E in un istante diventa la donna dei suoi sogni. Sveglia, intraprendente, instancabile ma anche molto cattolica, Lei sulla religione ha la stessa testardaggine di Arturo sui dolci. È proprio così che lui la conquista, sostituendo l’uomo che ha il compito di interpretare Gesù durante una Via Crucis. Quel giorno è per Arturo un vero calvario, perché durante il tragitto si accorge di avere dimenticato qualsiasi nozione inerente al cattolicesimo e sbaglia tutto, dando vita a una messa in scena ai limiti del blasfemo.

“Mi sono stancato di essere cristiano in automatico. Quanto siamo cristiani realmente? Non so se Dio esiste, ma Dino Zoff sì. A lui ho dedicato il libro”.

Ciònonostante, Lei si innamora e per un periodo i due stanno insieme, senza che lei si accorga della sua indifferenza religiosa né, tanto meno, senza che Arturo la confessi. Questo precario equilibrio, fatto di verità non dette e risposte liturgiche mezzo inventate e mezzo bofonchiate, non può durare. Quando Lei si accorge della freddezza cattolica del compagno, la loro vita di coppia esplode. Per qualche giorno lui para i colpi, ma poi, un po’ per sfinimento e un po’ per provocazione, decide di applicare alla lettera le regole e gli insegnamenti del cristianesimo, di praticare la parola di papa Francesco. Per tre settimane. Quella che mette in pratica è una vera e propria rivoluzione che cambierà la vita di tutti, rivelando a Lei e alle persone che gli stanno intorno, amici e colleghi inclusi, la natura profonda e dimenticata del cristianesimo. Una verità molto scomoda, come Arturo avrà presto modo di scoprire.

‘’Io ripresi a recitare, da capo, tutte le preghiere alla velocità del suono: angelo di Dio, eterno riposo, salve regina, padre nostro. E fu in quel momento che Zoff allungò il braccio sinistro, inchiodando definitivamente la palla sulla linea di porta’’..

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