Manuela Fricano

La creatività e la voglia di fare dei ragazzi è sempre inesauribile e sorprendente e Manuela Fricano lo ha saputo dimostrare con il suo nuovo libro “W.T.”. La giovane scrittrice classe ’96 ha inaugurato quella che potrebbe essere una personalissima carriera editoriale esternando la passione per la letteratura.

L’autore

Nata a Palermo, ma di origini bagheresi, Manuela Fricano fin da piccola ha nutrito un profondo amore per la lettura che, nel corso degli anni, si è intensificato sempre più facendole maturare l’obiettivo di diventare una scrittrice. Conseguiti gli studi accademici prima alla triennale in Mediazione Linguistica, poi alla magistrale in Traduzione per le Relazioni Internazionali, la 26enne siciliana ha deciso di concretizzare il proprio sogno iniziando ad aggiungere un piccolo tassello al suo grande puzzle, rappresentato proprio dalla stesura di “W.T.”.

Il libro

La storia, ambientata in due periodi differenti, si basa sull’intreccio delle vite di due sconosciuti: da una parte Emily Pembrooke che, alle prese con un trasloco insieme al padre, dovrà fare i conti con un misterioso ragazzo che dimora nella nuova abitazione destinata ai due protagonisti. Dall’altra parte la vita monotona di Will Tudor e il rapporto teso con il fratello John che dà il via ad una serie di vicende che coinvolgerà a pieno Will.

La giovane scrittrice è intervenuta ai microfoni della nostra redazione esprimendo entusiasta le sue impressioni sul nuovo lavoro editoriale.

Da cosa nasce l’idea di scrivere un libro?

“Scrivere un libro è sempre stato il mio sogno nel cassetto. Se da piccola mi si chiedeva cosa avrei voluto fare da grande davo sempre solo due opzioni possibili: o la principessa o la scrittrice. Crescendo, l’urgenza di dedicarmi alla scrittura si è fatta sempre più ardente, alimentata sia dalla lettura, che mi ha sempre accompagnata come una fedele amica, sia da alcuni eventi particolarmente significativi che in qualche modo hanno modificato la mia visione del mondo”.

C’è un genere che ti ha ispirato particolarmente per la trama?

“Senza alcun dubbio risponderei il genere fantasy. Basti pensare che la scrittrice che più mi ha ispirata negli anni pre-adolescenziali è stata proprio Licia Troisi. Credo che il fantastico ci permetta di traslare la realtà, parlare di temi universali e talvolta contemporanei semplicemente dando loro una nuova veste. Ciò, comunque, non esclude l’influenza di altri generi. All’interno del romanzo sono rintracciabili degli archetipi universali che ripercorrono tutta la letteratura, soprattutto legati a dinamiche familiari”.

 Cosa intendi comunicare al lettore?

“L’intento principale è quello di offrire al lettore una via di fuga dalla vita quotidiana. La stesura di questo romanzo mi ha dato rifugio ogniqualvolta io ne abbia sentito il bisogno. Non vi era libro che mi aiutasse a dimenticare tutto ciò che non andava bene, che mi trasportasse al punto da immergermi in un nuovo mondo: così ho deciso di provare a scriverne uno che fosse il frutto di questa mia necessità. Spero di riuscire ad accogliere allo stesso modo chiunque deciderà di avventurarsi fra queste pagine”.

 “W.T.” può essere considerato l’inizio di un percorso editoriale legato anche ai tuoi studi accademici?

“Assolutamente sì. L’aver approfondito gli studi sulla letteratura italiana, inglese e tedesca credo sia stato di fondamentale importanza nella mia formazione come scrittrice. Il potermi confrontare con i grandi del passato ha fatto sì che riconoscessi le mie potenzialità ed i miei limiti. Un autore che porto nel cuore è sicuramente Friedrich Schiller: il mio romanzo, infatti, prende ispirazione anche dal suo dramma “I masnadieri”, in particolare per quanto concerne la rivalità tra fratelli”.

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