A Palermo le idee fantasiose dei no-vax non hanno fine, ne è la prova l’ultimo episodio che ha avuto luogo tra le mura dell’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo. Un’infermiera, incaricata dell’inoculazione delle dosi, avrebbe finto di iniettare il vaccino dietro compenso.

Questa la situazione paradossale che è venuta fuori dalle indagini della Digos. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti l’infermiera, Anna Maria Lo Brano, avrebbe accettato centinaia di euro per ogni “paziente” per inscenare una falsa somministrazione del siero. Insieme a lei sono indaganti anche Federico Accetta, leader del movimento No Vax di Palermo, e Giuseppe Tomasino. Da capire anche la posizione di due familiari degli esponenti no vax, che avrebbero anche loro usufruito del “servizio”.

Un’indagine che ha portato alle accuse nei confronti dei suddetti soggetti per i reati di corruzione, falso ideologico in atto pubblico e peculato. Il piano consisteva nel fingere di inoculare le dosi di vaccino, mentre in realtà le siringhe venivano svuotate. Un’idea che, in alcuni casi, è anche andata a buon fine, facendo sì che i “clienti” ottenessero illecitamente il Green Pass. L’infermiera, infatti, è riuscita a falsificare la vaccinazione di otto persone: tra queste anche un’infermiera e un poliziotto.

La Digos ha ricostruito tutta la vicenda tramite delle intercettazioni, delle testimonianze e riprese video della Fiera del Mediterraneo. Al momento, tuttavia, è stata esclusa la partecipazione dei responsabili dell’hub vaccinale e dei medici operanti. Nel frattempo anche i Green Pass rilasciati tramite la falsa vaccinazione sono stati annullati.

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