Millesi

Dopo un inizio non ottimale ed il dietrofront sulla panchina, l’ex calciatore dell’Avellino Francesco Millesi è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com per commentare la situazione in casa irpina.

L’ex centrocampista discute quindi sulla Serie C, categoria che conosce molto bene avendola vinta con la maglia verde dell’Avellino nella stagione regolamentare 2012-13.

Per lui in Serie C, 132 partite con le maglie di Avellino, Arezzo, Ischia e Foggia condite da 21 gol.

Millesi ha collezionato anche 10 gettoni nella massima serie del campionato italiano con la maglia della propria città, il Catania nel biennio 2006-2008.

Ecco le sue parole: La sconfitta col Monterosi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’Avellino sta vivendo un periodo negativo e l’unica cura è rappresentata dalla vittoria. Si fa fatica ad accettare una sconfitta come questa, anche se nel calcio la voglia e la fame sono quelle che determinano. Per il Monterosi affrontare l’Avellino era qualcosa di speciale e hanno messo il cuore oltre l’ostacolo. Cosa che ultimamente non fanno i giocatori biancoverdi”.

Ciò che non funziona è quasi tutto, manca quella voglia e quella fame e nello stesso tempo la tranquillità e la sicurezza nei propri mezzi. Lo spogliatoio è un luogo sacro, che appartiene solo a giocatori e allenatore. Tutto deve restare lì dentro, è evidente che c’è qualcosa che non va. Si possono cercare tutti gli alibi del mondo ma serve un po’ di orgoglio e amor proprio per capire dove si sbaglia. La squadra cade negli stessi errori, è confusa e frenetica sotto porta. Gioca con la paura di perdere e quando è così le cose vanno sempre male”.

Sulla classifica e dietrofront Vivarini
“Non solo io, ma credo un po’ tutti. Sarebbe un’eresia non mettere l’Avellino tra le candidate alla vittoria del campionato. Ci può stare di partire male, ma bisogna avere la forza e il coraggio per uscirne. L’Avellino non può stare in quella posizione anche se nulla è perduto. Bisogna fare un esame di coscienza e capire che si sta indossando una maglia gloriosa. Servono più fatti e meno chiacchiere. Pensare a un cambio allenatore adesso è un’arma a doppio taglio, non sapremo mai qual é la soluzione migliore. Braglia non è l’ultimo arrivato e non sentirà la pressione di un altro allenatore, è un allenatore che ha tanta esperienza per cui è abituato a questo tipo di tensione. Ovviamente se Braglia non ha problemi caratteriali con la stampa, società e tifosi, io non lo cambierei mai, piuttosto lavorerei sulla squadra perché c’è un problema di base”.

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