Passeggiate pericolose.
I dati forniti dalla Apple sugli spostamenti nell’Isola rivelano che nelle ultime due settimane i movimenti in automobile o a piedi, sono in continuo aumento. Gli esperti: “Così rischiamo la terza ondata”.
Musumeci: “Il virus si prende dove c’è assembramento”.
Ma il boom di spostamenti può causare la terza ondata.
L’analisi dei dati Apple, basati sui tragitti tracciati dai telefonini, fa prefigurare una possibile nuova emergenza Covid.

Questi i titoli di Repubblica, oggi in edicola, nell’articolo di i Francesco Patanè e Claudio Reale.


Attraverso una tabella pubblicata su Repubblica, l’analisi degli spostamenti dei siciliani nelle ultime due settimane ed i dati che creano allarme anche nel presidente Musumeci.
Il presidente della Regione, Nello Musumeci, se lo chiede preoccupato in tv: «Possiamo davvero fidarci del senso di responsabilità collettiva?». La risposta è nei dati raccolti da Apple, che nel proprio mobility trend fotografa gli spostamenti di chi usa telefoni e tablet con il marchio della mela morsicata: da quando la Sicilia è tornata zona gialla si è registrato appena un 20 per cento in meno di spostamenti rispetto ai valori di prima della pandemia, con un andamento che nelle ultime due settimane è in continuo aumento, si legge nell’articolo.

I dati mostrano come gli spostamenti subiscono rapide cadute durante le restrizioni mentre aumentano nelle fasi di maggiore libertà e con l’approssimarsi delle festività, si rischia di vanificare gli sforzi fatti a novembre.
Da quando la Sicilia è zona gialla, gli spostamenti sono tornati ad aumentare. Adesso serve prudenza, perchè siamo a un passaggio importante: con un po’ di attenzione non ci sarà una situazione esplosiva negli ospedali e la terza ondata potrà essere contenuta meglio.
Importante il parere dello statistico dell’ospedale Civico di Palermo , Giuseppe Natoli che traccia un parallelismo con la spagnola:
“La spagnola ha avuto tre ondate. La seconda fu violenta e fu attenuata alla fine dalla paura: la gente si rese conto del pericolo e si chiuse in casa. Questo ridusse notevolmente la terza ondata, che arrivò ma non fu grande quanto la seconda ondata. Anziché chiudere tutto, insomma, si possono ridurre gli assembramenti”.
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