Palermo–Padova, fratelli da 40 anni: il gemellaggio che resiste a tutto
Palermo–Padova, in programma dopodomani 27 dicembre al “Barbera” alle 17:15, non è solo una partita di Serie B. È soprattutto il nuovo capitolo di uno dei gemellaggi più longevi e sinceri del tifo italiano, capace di resistere a tutto: categorie diverse, incroci decisivi e persino una finale playoff con in palio la promozione.
Tutto comincia con una vacanza (1983)
La storia è nota e ha il sapore delle cose nate per caso. Nell’estate del 1983, cinque ultras padovani vanno in vacanza in Sicilia: vengono accolti dai tifosi del Palermo, nello specifico dai gruppi della vecchia Curva Nord (Commandos Aquile). Nasce un’amicizia spontanea, fatta di ospitalità, birre e chiacchiere da curva.
Pochi mesi dopo, il 20 novembre 1983, allo stadio Appiani si gioca Padova–Palermo (0-0). È lì che l’intesa si trasforma in qualcosa di più: scambio di striscioni, cori, rispetto reciproco. Il gemellaggio viene di fatto “ufficializzato” e, da allora, non si è più spezzato.
Oggi, a distanza di oltre quarant’anni, per i padovani quello con Palermo è l’unico vero gemellaggio ancora in piedi, come ricordato anche dalla stampa veneta.
Una fratellanza celebrata anche fuori dal campo
Il legame non è rimasto solo sui gradoni. Nel 2018-19 il Padova ha presentato una terza maglia nera con inserti rosa, proprio in omaggio al gemellaggio con i rosanero: un gesto simbolico che ha fatto il giro d’Italia e ha confermato quanto questo rapporto sia sentito da entrambe le parti.
Nelle rare occasioni in cui le due squadre si sono affrontate, il copione sugli spalti è stato sempre lo stesso:
- striscioni di “benvenuto” per i fratelli in trasferta,
- cori congiunti,
- zero tensioni, solo festa.
La finale playoff 2022: quando il gemellaggio ha retto alla partita della vita
Il banco di prova più duro è stato la finale playoff di Serie C del 2022, con in palio la promozione in Serie B. Da una parte il Barbera pieno, dall’altra una posta in gioco enorme: chi perdeva restava in C, chi vinceva saliva di categoria.
Nonostante la tensione, il gemellaggio ha tenuto: striscioni di rispetto reciproco, nessun incidente, toni alti solo in campo. Alla fine ha festeggiato il Palermo, ma da Padova sono arrivati complimenti e fair play, tanto che molti articoli hanno parlato di “una delle finali più corrette e rispettose degli ultimi anni”.
Quella serata, per molti, è stata la prova definitiva: Palermo e Padova sono “nemici mai, fratelli sempre”, anche quando in palio c’è tutto.
Ritorno al Barbera: gemellaggio più forte di restrizioni e costi
La sfida del 27 dicembre 2025 è la prima al Barbera dopo quella finale. E arriva in un contesto particolare:
- voli e spostamenti carissimi in periodo natalizio;
- e soprattutto restrizioni sulla vendita dei biglietti per i padovani.
Come comunicato da Palermo e Padova, infatti, i residenti nella provincia di Padova possono acquistare esclusivamente biglietti per il settore ospiti, e non sarà possibile comprare tagliandi allo stadio il giorno della gara. Il costo è di 22 euro più commissioni.
Scelte che hanno fatto storcere il naso a molti tifosi, soprattutto alla luce del clima di amicizia fra le due tifoserie. Eppure, nonostante le difficoltà logistiche ed economiche, una rappresentanza biancoscudata sarà comunque presente al Barbera, a testimoniare ancora una volta la forza di questo legame.
Una festa annunciata sugli spalti
In campo sarà gara vera: Palermo in lotta per la promozione, Padova squadra ostica e temibile in trasferta. Ma sugli spalti l’atmosfera sarà quella di una riunione di famiglia:
- striscioni dedicati al gemellaggio,
- cori incrociati,
- sciarpe rosanero e biancoscudate mescolate tra le vie della città.
In un calcio sempre più esasperato, fatto di divieti, diffide e rivalità spesso malate, Palermo–Padova resta uno degli ultimi esempi di gemellaggio “pulito”, nato dal basso e cresciuto per oltre quarant’anni. Una storia cominciata per caso, nell’estate dell’83, che il 27 dicembre vivrà un altro capitolo.
Il risultato dirà chi avrà più motivo di sorridere per la classifica. Ma una cosa è già certa: al fischio d’inizio, in curva non ci saranno avversari, ma fratelli divisi solo dai colori della sciarpa.
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