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Simplicio: “Zamparini un signore, non stimo Sabatini”

Simplicio Zamparini

 

Simplicio: “Zamparini un signore, non stimo Sabatini”

Si è raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, Fabio Simplicio, ripercorrendo i momenti più importanti ed iconici della sua carriera, da Parma a Roma passando per il Palermo.

Simplicio: “Zamparini un signore, non stimo Sabatini”

Il brasiliano ha iniziato raccontando l’inizio di carriera:Fu Sacchi a segnalarmi a Parma nel 2004. Diceva che potenzialmente ero più forte di Kakà. In realtà, Ricardo faceva un altro sport. Ma Arrigo con me fu come un padre, oltre che un grande sponsor. Mi accolse in città e mi disse di entrare sempre duro. Il risultato? Nelle prime tre partite prendo tre gialli. Ma lui mi diceva di insistere”.

Poi sull’esperienza rosanero: “Ho sempre avuto buoni rapporti con tutti, ma c’era un direttore che non poteva vedermi, Walter Sabatini, mi fece fuori sia al Palermo sia alla Roma. In rosanero prese Pastore al mio posto, per cui niente da dire, ma voleva proprio un profilo diverso dal mio. Più che le scelte, mi fecero restare male i modi usati. Nessuno mi ha mai coinvolto: solo un “devi andartene”. Basta. Da quel momento in poi nessun contatto ma va bene così, non lo stimo”.

Su Zamparini e Foschi invece: “Ebbi uno screzio con Foschi ma solo all’inizio. Mi chiamò a Milano per firmare e cambiò le condizioni del contratto. Io non ho accettato e sono andato via. Poi Zamparini si è imposto perchè mi voleva e ha iniziato a urlare. Così mi richiamarono, cambiando alcune cose, e firmai. Poi con Rino ci abbiamo scherzato tante volte. Il Presidente invece con me è sempre stato un signore, cambiava allenatori in continuazione e a me diceva sempre di attaccare”.

Gli aneddoti sulla Roma e Inter e Juventus ad un passo

L’ex centrocampista si è poi soffermato sulla sua esperienza romana: “Quando sono andato a Roma mi sono emozionato due volte, quando ho visto il Papa e quando ho visto Totti, si chiamano entrambi Francesco. Scelsi Roma per il prestigio e per giocare con Totti e De Rossi. Ci siamo divertiti, avevamo un gruppo di brasiliani che ne combinava una al giorno. Con Ranieri capitò che festeggiammo il carnevale brasiliano a casa di un compagno. Il giorno dopo eravamo dei cadaveri. Io non vedevo la palla”.

Chiosa finale su quando fu vicino ad Inter e Juventus: “Sono stato vicinissimo al trasferirmi all’Inter. Parlai anche con Moratti e so che Mourinho mi avrebbe voluto in mezzo al campo. Saltò tutto per questioni di soldi e contropartite, io sarei andato volentieri. Ma non c’erano solo i nerazzurri, ho avuto tante altre possibilità. Anche la Juventus, in quel caso mi chiamò Amauri e mi disse che i bianconeri mi seguivano. Mi sarebbe piaciuto giocare di nuovo con lui, ma sono felice di essere andato alla Roma. 

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