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Arresti domiciliari per Cuffaro, Colletti e Iacono: la decisione del Gip di Palermo

Inchiesta Cuffaro

 

Arresti domiciliari per Cuffaro, Colletti e Iacono: la decisione del Gip di Palermo

Nuovo capitolo nell’inchiesta che coinvolge l’ex presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro. Il giudice per le indagini preliminari Carmen Salustro ha disposto gli arresti domiciliari per Cuffaro, Roberto Colletti e Antonio Iacono, accogliendo in parte la richiesta della Procura. Per altri tre indagati – Mauro Marchese, Marco Dammone e Vito Raso – è stato invece applicato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, con l’aggiunta della misura interdittiva per i primi due.

Arresti domiciliari per Cuffaro, Colletti e Iacono: la decisione del Gip di Palermo

La decisione arriva dopo gli interrogatori svolti a metà novembre e al termine delle indagini del Ros dei Carabinieri. Respinta invece la richiesta di misura cautelare per Saverio Romano, deputato nazionale di Noi Moderati. La sua posizione rimane comunque sotto esame: secondo la Procura, Romano avrebbe tentato di favorire un imprenditore nell’ambito dell’appalto milionario assegnato alla Dussmann dall’Asp di Siracusa, contestazione che verrebbe ricondotta al traffico di influenze, e non a un patto corruttivo.

Uno dei nuclei principali dell’inchiesta riguarda il concorso per operatori socio-sanitari all’ospedale Villa Sofia. Secondo gli inquirenti, Colletti – all’epoca manager dell’azienda – avrebbe nominato ad hoc Iacono come presidente della commissione esaminatrice. Quest’ultimo avrebbe poi passato in anticipo le prove del concorso a Raso, affinché fossero recapitate a Cuffaro e successivamente a una candidata. In cambio, Colletti avrebbe ottenuto appoggi politici nelle nomine della sanità.

Respinta la richiesta per Romano

Il Gip ha disposto per i tre ai domiciliari un “assoluto divieto di comunicazione” per evitare contatti con altri coindagati. Nel frattempo, altri undici indagati restano a piede libero, tra politici, dirigenti sanitari e imprenditori.

Un altro filone riguarda una presunta tangente collegata al Consorzio di Bonifica della Sicilia occidentale. Le intercettazioni registrate nella casa di Cuffaro mostrerebbero una consegna di denaro, circostanza però contestata dalla difesa e ritenuta priva di gravi indizi dal Gip, che ha respinto il sequestro richiesto dalla Procura.

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